Cosa spinge gli zombie a morderci? Secondo Nicola Furia non è la fame…ma il sesso!
E’ inutile continuare a scervellarci sulle origini del virus (arma biologica? esperimento sfuggito al controllo? attacco alieno? punizione divina?…). Tale quesito rimane per ora un irrisolto enigma affascinante.
Possiamo, però, impegnare le nostre menti malate per cercare di analizzare questo virus che sta portando il genere umano all’estinzione. E’ lui il nostro vero nemico e non il morto vivente che, da lui impietosamente manipolato, lo diffonde. La prima regola per combattere un nemico è: conoscerlo!
Cominciamo allora con il chiarire un concetto fondamentale: il virus che ha scatenato l’apocalisse zombie non è uno…ma sono due!
Anzi, per essere precisi, è un unico virus che muta, assumendo due forme diverse, ed in particolare modifica la sua conformazione dopo il primo contagio.
E, a proposito di contagio, va preso atto che anche le modalità di contagio sono diverse.
Il primo virus (quello originario) si trasmette per via area, il secondo invece (quello mutante) si trasmette tramite lo scambio di fluidi corporei (saliva, sangue, sudore).
Percepisco la vostra perplessità… E allora vi pongo la seguente domanda: quando
l’epidemia è iniziata, chi furono i primi ad essere attaccati dal virus?
I cadaveri! I corpi delle persone recentemente decedute tornarono in vita. Bene, signori miei, quello era il virus numero 1! Il virus originario, quello che diede inizio alla pandemia. Tale virus non si trasmise sui cadaveri tramite scambio di fluidi, ma, bensì, per via aerea.
Orbene, questo virus, il numero 1, è ancora in circolazione nell’aria, ma, per nostra fortuna, noi, esseri viventi, ne siamo immuni.
Sappiamo tutti, però, cosa accade se qualcuno di noi dovesse morire per cause indipendenti da un morso di zombie. Se, per esempio, adesso uno di noi dovesse morire qui, in questo momento, per un infarto, cosa accadrebbe?
Dopo un tempo variabile dai 5 ai 40 minuti risorgerebbe trasformato in zombie…
Questo dimostra che il virus 1 è ancora in circolazione nella nostra atmosfera.
Ma concentriamoci ora sul virus 2, quello mutante.
Una volta che il virus 1, per via aerea, entra in un corpo inanimato, si trasforma subito nel virus 2, quello più temibile, quello in grado di contagiare anche le persone vive.
Questo secondo virus, che altro non è che una mutazione del primo, si trasmette da un contagiato defunto ad un essere vivente tramite il morso, o tramite graffi profondi. In sostanza si trasmette tramite lo scambio di fluidi.
Se vogliamo azzardare un paragone con le manovre belliche, potremmo affermare che il virus 1 è l’esercito di occupazione, il virus 2 è l’esercito di conquista.
Appena il virus originario si insedia sui defunti, rianimandoli, ecco che per lui sorge l’esigenza primaria di diffondersi per sopravvivere. Per conseguire questo vitale obiettivo, muta in maniera tale da intaccare anche i vivi.
Dalle analisi sui morti viventi è stata riscontrata un’elevata concentrazione del virus nella saliva. E sapete perché? Perché per sopravvivere si va a concentrare lì dove è pronto per uscire dal corpo ospite e contagiare un altro essere vivente.
E non solo! E’ il virus che spinge, costringe, il corpo ospite a mordere le persone. Lo usa come un veicolo. Lo rimette in moto e lo conduce all’obiettivo così come noi usiamo le automobili, o gli altri mezzi di locomozione.
In realtà, signori miei, non è la fame che costringe lo zombie a mordere un essere umano, ma la necessità di replicarsi.
Ma pensateci un attimo… che necessità ha un morto vivente di cibarsi? Nessuna!
Quante volte ci siamo imbattuti in risorti i quali, seppur sprovvisti dell’apparato digerente, tentavano ugualmente di sbranare le nostre carni?
Forse vi sarà anche capitato di vedere teste di zombie decapitate che continuavano a far scattare ossessivamente le mascelle spinti dal desiderio di masticare la vostra carne.
Era la fame che li induceva a tanto? NO!
La necessità che obbliga il morto vivente a mordere l’uomo non nasce non dall’appetito, ma…dall’istinto di procreare. Il virus per rimanere in vita e diffondersi, deve riprodursi. E per riprodursi deve morderci.
Quindi, cari colleghi, tale vitale necessità è paragonabile ad una… attrazione sessuale!
Lo zombie ci cerca ossessivamente non per fare colazione, ma per “accoppiarsi” allo scopo di riprodursi.
Il morso altro non è che il modo per “inseminarci”. Non so che utilità possa avere questa scoperta scientifica nella nostra quotidiana guerra per la sopravvivenza, ma sono convinto che ogni passo avanti che riusciamo a fare per comprendere questo terribile nemico, è un passo avanti verso la sua sconfitta.
Solo studiandolo e conoscendolo potremo scoprire i suoi punti deboli, perchè è lì che dovremmo condurre il nostro attacco!
Non saranno le armi che ci porteranno alla vittoria… ma il nostro intelletto!
Nicola Furia