Ma giuridicamente uccidere uno zombie è reato? e quale reato è? omicidio? vilipendio di cadavere?
Gianluca FLORIO tenta di rispondere al quesito.
In ambito biologico la morte può essere definita in negativo, come la permanente cessazione di tutte le funzioni vitali dell’essere vivente, cioè dell’organismo vivente: quindi la fine della vita. Ma determinare quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta non è semplice, poiché la vita, e di conseguenza la morte, è fenomeno emergente da una struttura che è l’organismo stesso. Per spiegare la situazione con un esempio, comprensibile e riferibile a un animale superiore, ci sono modalità di morte cerebrale che precedono la cessazione del battito cardiaco, che a cascata precede tutta una serie di arresti di processi biochimici conducenti alla morte (apoptosi o necrosi) cellulare di tutte le singole cellule costituenti l’organismo. La definizione si è evoluta nel tempo insieme ai cambiamenti culturali, religiosi e scientifici. La morte viene sempre considerata come un processo: con la locuzione morte biologica ci si riferisce alla conclusione di tale processo in riferimento a un organismo vivente, ovvero alla dissoluzione dell’organismo stesso. Per la medicina legale, la morte si intende come la cessazione delle funzioni dell’encefalo; deve essere accertata la cessazione delle funzioni vitali, come la respirazione, il battito cardiaco ecc. Ora che abbiamo dato una definizione chiara al concetto di morte, poniamoci un quesito:
Nell’ormai ben nota produzione letteraria, artistica ma soprattutto video ludica e cinematografica sugli zombie, vediamo frequentemente uno o più sopravvissuti che, travolti da una fulminante e repentina apocalisse zombie, si trovano a dover lottare con le unghie e con i denti per la propria vita contro orde di cadaveri ambulanti, mentre la civiltà sparisce in poche effimere ore. Ma se un’apocalisse zombie avvenisse in maniera più graduale, più lenta, in quali problemi incorrerebbero i nostri sopravvissuti? Cosa vorrebbe dire uccidere uno zombie?
L’azione in se, pensandoci, è semplice: un uomo si trova sul marciapiede e viene assalito da un altro uomo, evidentemente putrescente ma in movimento, che cerca di morderlo: il primo uomo reagisce e, sparandogli o accoltellandolo, lo stende. Siamo davanti ad un omicidio che mentre per la sfera della natura, la quale risponde alla legge del più forte, non è nulla di particolare, per lo Stato Italiano, che risponde a ben altra legge è un fatto assai grave. Ecco così che il nostro eroico sopravvissuto si trasforma in un imputato.
In un primo momento, l’accusa sarebbe probabilmente quella di omicidio preterintenzionale o omicidio colposo con l’attenuante della legittima difesa, secondo gli articoli 584, 589 e 52 del Codice Penale; questo fino a quando l’autopsia non determinerà, sorprendendo tutti, che la vittima era in realtà deceduta ben prima del fatto contestato: il suo cuore era fermo da molto e i suoi polmoni ormai rancidi lasciano pochi dubbi. Una volta ripresi dallo sgomento, le parti dovranno decidere cosa fare: accettare che ci si trova davanti ad una situazione eccezionale quale quella dell’apocalisse zombie e assolvere quindi l’imputato per poi concentrarsi sulle priorità quale la sopravvivenza, o creare una situazione all’italiana e accusare il nostro sfortunato sopravvissuto di vilipendio di cadavere. Ebbene si, secondo l’autopsia, il nostro eroe ha accoltellato o sparato ad un cadavere, fattispecie prevista, sebbene non espressamente, negli articoli 410 (vilipendio, atti di brutalità) e 411 (distruzione di cadavere) del Codice Penale. Ecco quindi che l’imputato potrebbe ritrovarsi con una condanna da tre a sei anni di reclusione, sebbene attenuata dalla legittima difesa.
Si potrebbe concludere che la cosa non sarebbe comunque rilevante, in quanto probabilmente nella foga dei momenti successivi il sopravvissuto potrebbe ritrovarsi a scappare con il giudice e il PM da un’orda di non morti animati dalla fame, e non quella di giustizia. Morale: nelle prime fasi di un’epidemia di non morti fate pure tutto il necessario per sopravvivere… ma non fatevi beccare!
Gianluca Florio