FANS

di Marika Helien Vangone


Giorno 1

Riccardo finalmente si ferma.

Sembra agitato e impreca a mezza voce.

Scende dalla macchina e non capisco perché continua a guardarsi intorno visto che siamo in mezzo al nulla.

– Ascolta Adele – mi dice avvicinandosi – so che stai cercando di capire cosa succede … a dire il vero anche io non riesco a capacitarmi di ciò che sta succedendo, sto solo cercando di fare quella che secondo me è la cosa giusta.

Lo fisso attentamente, ha le lacrime agli occhi.

Riccardo non piange mai e anche se sono confusa dovrei provare a fidarmi di lui. Mio fratello è sempre stato un tipo logico, molto calcolatore e difficilmente si lasciava trasportare dalle emozioni.

Improvvisamente si gira e come un cane annusa l’aria attentamente, non so cosa stiamo facendo ma decido di imitare i suoi movimenti.

Si volta verso di me e sul suo viso leggo paura, una paura allo stato primitivo che mai avevo visto con i miei occhi.

– Resta qui. – mi intima, prima di sparire dalla mia vista.

Il bagagliaio si apre, con il suo solito rumore stridente.

La nostra macchina è vecchia venticinque anni e oramai se riesce a muoversi è già un miracolo.

I miei genitori la chiamano affettuosamente Ranocchia, perché quando di aprono le portiere o il bagagliaio produce un crac come quello delle rane.

Sento un odore che sa di carne bruciata e marcia, come quando fai alla griglia una bistecca scongelata da tre giorni.

 Il vento porta con se strani rumori e, forse, sarà il buio oppure la mia fervida immaginazione, ma posso giurare di aver sentito degli spari.

Non so da quanto tempo Riccardo è uscito, ma decido di mettermi sul sedile posteriore e stare stesa, ma prima è meglio barricarsi dentro.

Non so cosa stia succedendo, ma non è niente di buono…

Marika Helien Vangone


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