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Special guest star : Filippo VILLA
(amministratore della pagina Facebook :  ALL YOU NEED IS DEAD)


Nel 1932 uscì il primo film che aveva come protagonista gli zombie: nato dalla mente del regista Victor Halperin, “L’isola degli zombie” è la bozza dell’idea di queste creature non morte.

Più tardi George Romero codificò la figura degli zombie con il suo primo film, “La notte dei morti viventi”. In questo lungometraggio, gli zombie erano un mezzo poco giustificato scientificamente.

Il passo avanti decisivo che getterà le basi per lo zombie moderno si avrà nel 1985, con il film “ Il giorno degli Zombie”: in questa pellicola si vengono a conoscere dettagli sulla fisiologia degli zombie: dai tempi di decomposizione, ai sensi sviluppati dalla non morte, fino alle caratteristiche cognitive e istintive che caratterizzano la loro caccia.

Questo modo di presentare la minaccia dei morti viventi vuole avvicinarsi il più possibile ad una realtà dettata dalla scienza e, quindi, cercando di basarsi su fatti veri o comunque dimostrabili, ha l’obiettivo di generare sentimenti di profondo disagio e paura ancora maggiore rispetto ai primi film, in cui gli zombie sembravano solo creature mistiche.

Inoltre Romero utilizzava i suoi film e l’elemento zombie come specchio della società americana, lanciando critiche sia all’apparato militare con le sue regole spesso poco condivisibili, sia alla società americana più in generale.

Lo zombie si è evoluto in questi 80 anni ma ha qualcosa di diverso rispetto agli altri “mostri” a cui ci ha abituato il cinema: il non morto nasce proprio dall’uomo, può essere chiunque, anche della tua famiglia, e a nulla serve cercare di parlare o ragionare. Un essere che sconfigge la morte non bada a nessun tipo di ferita normalmente mortale e vuole trascinarti tra le fila degli infetti per diffondere la morte.

Le opere moderne come, The Walking Dead, vogliono usare questa piaga per l’umanità soprattutto come background, perché il vero protagonista sarà sempre l’umanità.

Una specie, quella umana, che vive dipendendo dalle comodità dell’era moderna, in una società regolata da leggi del più forte nascoste da facili perbenismi e menzogne. Negli universi apocalittici tutte queste caratteristiche vengono rimesse in gioco, nulla è come prima, gli essere umani sono spaesati e devono ritornare a modi di vita primitivi, lottando per mantenere il senno e non cadere nelle tentazioni dell’egoismo.

In The Walking Dead, celebre opera di Robert Kirkman, vediamo come il protagonista, Rick Grimes, arrivi a capire che sono gli uomini, i vivi, ad essere i veri “Morti viventi”, ormai accecati dalla loro giustificata sete di sopravvivenza che ha distrutto ogni tipo di legge morale o religiosa.

I sopravvissuti spesso non vogliono pensare, né credere di fare quello che stanno facendo perché la giustificazione della sopravvivenza ha la meglio.
Non tutti però riescono a comportarsi così: chi chiude gli occhi, chi non vuole agire contro le regole dettate dall’ormai estinta società e chi non riconosce che i vivi sono un pericolo ancora maggiore, è portato a soccombere.

“Uccidi i morti e difenditi dai vivi.” Un messaggio che ci porta a pensare alla nostra condizione all’interno della società e alla nostra libertà di pensiero.

Tornando al discorso principale: come dicevamo, l’elemento scientifico (o meglio, pseudoscientifico) dona molta più credibilità a queste apocalissi non morte e un concetto soprattutto scuote anche in questi stessi giorni gli animi delle persone: il virus.

E’ sufficiente cercare su internet “ebola e zombie” per stare su tematiche recenti e si troveranno molte notizie–false, create e scritte ad hoc- che mostrano come l’epidemia sia iniziata, che bisogna prepararsi.

Ovviamente ci si può giocare su questi fattori, ma non fanno che mettere in luce come l’uomo abbia paura di ciò che non può vedere ad occhio nudo, come un virus, di tutto ciò che agisce all’ombra e non sotto il sole, di tutto ciò che può far crollare il suo mondo in un secondo.

Filippo Villa


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