di Marika Vangone
Giorno 2
Qualcosa di caldo preme sulla fronte.
Mi sembra umido ma non potrei dirlo con sicurezza.
Un gatto miagola e lecca la mia mano.
Apro gli occhi lentamente mentre torna la consapevolezza di ciò che era successo. Mio fratello. Le grida degli esseri fuori dalla macchina.
È successo solo ieri? E poi la ragazza e il suo gatto. Chi erano?
Mi alzo non appena capisco di esser sdraiata sul pavimento.
Il gatto mi segue come un’ombra.
Mi guardo intorno, mi sembra di essere in un piccolo casolare. Probabilmente non siamo poi molto lontani da casa mia.
Senza fare rumore, cerco una via d’uscita. Forse sembrerò una stupida che non sa niente, ma voglio andare via.
Sento la voce di mio fratello nella testa. Mi chiede dov’è il mio istinto di sopravvivenza. A questa domanda vorrei rispondere anche io. Forse sì è nascosto … forse vuole semplicemente capire cosa succede.
Come faccio a fiutare il pericolo se non so di cosa avere paura?
Il gatto corre verso la porta. Sento che si sta aprendo, e mi metto in posizione difensiva … o almeno credo. Ho visto tanti film sulle arti marziali, quindi direi “mi metto in quella che a me sembra essere una posizione difensiva”.
La ragazza che ha sparato mio fratello mi guarda e scoppia a ridere. Si avvicina e abbassa le mie mani. –
-Punto uno) Loro non possono aprire le porte, massimo le sfondano. – dice fissandomi.
-Punto due) Non puoi colpirli come fossero semplicemente degli esseri vivi.
Si allontana da me e prende qualcosa dal suo zaino. “Le mie provviste”. Mi lancia un barattolo e mi chiede di mangiare, se lo faccio mi spiegherà tutto. Ho una fame tremenda, quindi mi fiondo sul cibo, pronta finalmente a sapere cosa sta succedendo.
Marika Vangone