di Michele Borgogni
Confesso: mi mancano i vecchi zombie, quelli apocalittici, che saranno stati anche lenti e puzzoni, ma cazzo, facevano paura. Con poche, lodevoli eccezioni, ormai la maggior parte dei film prende in prestito l’idea degli zombie per creare assurdi contrasti e far parlare gli appassionati di trash, creando pellicole a volte anche divertenti, ben girate, recitate con una certa professionalità, ma quello che troppo spesso manca è l’amore per il genere. Abbiamo avuto zombie contro spogliarelliste, vampiri, contro i ninja, persino contro El Santo, ma era il 1962, non vale. La sensazione è che si sia capito qual è la moda del momento e si cerchi di cavalcarla in ogni modo.
E’ proprio questo che accade con Cockneys vs. Zombies, filmettino che in Italia è stato appena rinominato London Zombies, tutto sommato girato benino e con qualche scena decente, ma che sembra costruito tutto intorno a due-tre idee che funzionano ma che hanno il vuoto pneumatico intorno. Il film parla di una banda di rapinatori della domenica londinesi che decidono di provare il colpaccio in una banca per salvare la casa di riposo del nonno che sta per chiudere. I cockneys faranno ovviamente un gran casino, ma a salvarli arriverà… l’invasione di zombie che, usciti da un antico sepolcro aperto da degli operai improvvisatisi tombaroli, metteranno a ferro e fuoco Londra.
L’idea vincente è quella di mettere gli zombie a confronto con dei vecchietti. Le scene del film che li vedono contrapposti sono ovviamente le migliori del film, e qualcuna è addirittura esilarante (riuscitissima quella del vecchietto con deambulatore che scappa inseguito da degli zombie… lenti quanto lui… i venti metri più lunghi della storia del cinema :D). Le altre, no. la storia della rapina è solo un pretesto, e si vede, è organizzata sostanzialmente in maniera casuale e non può funzionare. I personaggi, al di la dei due principali, sono piuttosto stereotipati… ok, non serviva molto di più, ma le gag che li vedono protagonisti, francamente, non fanno ridere punto e basta. A questo punto uno Zombies vs Old Grannies sarebbe stato preferibile (anzi, facciamolo!), ma no.
Gli zombie: il vero problema è che il regista esordiente Matthias Hoene ed il cosceneggiatore James Moran non sembrano amare molto gli zombie. Sono lenti, ok, ma non fanno paura a nessuno. Se hanno qualche successo è solo perché i cockneys sono persino più scemi di loro.
Giudizio finale: le migliori commedie zombesche sono quelle che rispettano gli zombies. Guardando Shaun of the Dead, ma anche Zombieland, è chiaro come i registi abbiano visto ed amato i film di Romero, Fulci e compagnia bella. Hoene, semplicemente, non mi da questa impressione. Ed è per questo che sebbene il film sia tutto sommato girato benino e graziato da un cast più che discreto non mi sento di consigliarlo. Non fa paura, non fa (molto) ridere, non è (abbastanza) trash… Ne carne ne pesce. E allora perché guardarlo?
Michele Borgogni