di Michele Borgogni
Qualche volta mi chiedo perché lo faccio. Ok, per il sito, scrivere recensioni su supreme cazzate mi ha sempre attratto. O per gli zombie, che dopotutto sono pur sempre gli zombie, cazzo, un film con gli zombie SI DEVE vedere! Oppure per le tette. Ma forse per quelle basterebbe Youporn o Xhamster o Xvideos o qualsiasi altro sito che conoscerete benissimo. Ma troppo spesso tutte queste cose non bastano, e si arriva a fine film chiedendosi PERCHE’ CAZZO, PERCHE’!!!! Eppure sono arrivato in fondo a un film come The Coed and the Zombie Stoner.
Pensare che potevano bastarmi le due singole frasi riportate in copertina oltre al titolo: FROM THE GUYS THAT BROUGHT YOU SHARKNADO e SEX, DRUGS AND THE WALKING DEAD. Produzione Asylum, quindi, e la certezza di vedere tante gag su sesso & droga. Purtroppo, ahimè, manca il rock’n roll… anche se sapete, probabilmente la colonna sonora è la parte migliore del film, piena com’è di momenti genuinamente easy-rock che non stonano affatto in una pellicola ambientata nel mondo delle confraternite.
E cosa si fa nelle confraternite? Si fa festa, si tromba (o si prova a trombare) e ci si fanno le canne. Il film è tutto qui, nella storia di Chrissy, una superintelligentona (ma gnocca) che deve trovarsi un fidanzato membro di una confraternita entro 24 ore, o sarà espulsa dalla propria confraternita diretta da Bambi, una tettona iperrifatta. Chrissy corre nel laboratorio dove spende la maggior parte delle sue giornate e lì scopre che il professore teneva nascosto da 20 anni uno zombie inavvertitamente creato a causa di una macchina per allungare indefinitamente la vita scambiata dal tizio troppo fumato per una doccia. Visto che lo zombie era belloccio, Chrissy decide di innamorarsene e farne il suo fidanzato, perché PERCHE’ NO??? Lo zombie era tenuto sedato nelle sue pulsioni più mordaci dal continuo uso di cannabis, Chrissy tenta di riportarlo nel mondo reale senza che nessuno si ponga troppe domande, ma Bambi, gelosa, lo stuzzica insieme al suo nuovo fidanzatino tonto. Rigo (lo zombie) si incazza, morde il fidanzatino e il contagio zombie riprende. Solo l’invenzione di Chrissy, uno spray a base di marijuana e lip-gloss, potrà fermarlo.
Il film ha come freccia principale al proprio arco la presenza di tre o quattro ragazze che fanno le oche, corrono nude e fanno ballonzolare le tette. Anche la protagonista Catherine Annette (già vista nuda nel ben migliore Lucky Bastard) le fa vedere, brevemente, e tutti siamo contenti. Altre due tizie, Bunny e Bibi, evidentemente scarti di qualche produzione di Playboy, non esitano neppure a mettere in mostra la propria patata depilata. E poi?
E poi sostanzialmente basta. Il film ha DUE cose che fanno ridere: la prima è la scritta che segue il prologo, dove si vedono gli zombie inseguire le due donne nude, 28 GIORNI PRIMA, che almeno mi aveva fatto sperare in un film pieno di citazioni fatto da appassionati del genere (un po’ come Warm Bodies, evidente fonte d’ispirazione). La seconda è l’idea che gli zombie collegiali restino intontiti e rallentati dalla visione delle tette. In un film del genere è una trovata carina.
Il resto del film è una merda, con attori terrificanti (Jamie Noel, che fa Bambi, è forse la più atroce. Forse per questo il regista Glenn Miller l’ha presa anche come protagonista del suo film successivo), pieno di buchi di trama e battute che più triviali non si potrebbe. C’è di meglio persino in casa Asylum.
Momenti horror? Assenti.
Dettagli splatter? Assenti. Velo pietoso sulle teste che esplodono in computer grafica.
Trucco? Lasciamo perdere, un po’ di cerone e due vene disegnate a rilievo.
Il film è sostanzialmente un Porkys girato anche con una tecnica accettabile ma senza un minimo di sensibilità o sentimento. che è necessario anche e soprattutto per fare un buon film porcellone.
Lei è molto intelligente: ha gli occhiali
Chi potrebbe apprezzare The Coed and the Zombie Stoner? Forse un tredicenne, che potrebbe esaltarsi per le donne nude (ma i tredicenni di oggi hanno già visto almeno un paio d’ore di triple penetrazioni). Oppure una persona tanto strafatta di maria da potersi identificare nel personaggio di P.J..
No. Proprio no.
Michele Borgogni