La terra dei fuochi è la vera protagonista di questa storia. Una discarica di rifiuti tossici, come tante trovate in questa martoriata terra, sprigiona l’inferno. Un’arma biologica trasforma gli uomini in zombie divorando tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Le autorità pongono in quarantena la zona per arginare la catastrofe, ma non sempre tutto va secondo i piani.
Alcuni sopravvissuti uniscono le loro forze per non finire come topi in trappola, lottando contro zombi e uomini.
Diciamo subito che gli zombie di Zippo non sono i classici zombie di romeriana scuola, ma piuttosto simili a quelli presenti in 28 giorni dopo. Non morti che camminano, ma infetti antropofagi. Alcuni veloci, altri lenti, che si possono fermare colpendoli non solo alla testa.
È un libro di denuncia nel quale gli zombie non sono i veri protagonisti della storia, ma il prodotto della stupidità umana. Un grido disperato degli abitanti della terra dei fuochi. I rifiuti, e le discariche abusive, prima si hanno provocato i morti e poi hanno partorito i mostri. Non importa che tu sia la causa o semplicemente subisca questa violenza, di fronte alle bocce fameliche dei figli del veleno tu devi essere eliminato.
Nel testo si riscontrano analogie con alcuni classici tra cui oltre a 28 giorni dopo, la città verrà distrutta all’alba.
Il libro mi è piaciuto molto, e per questo voglio fargli le pulci in modo spietato. Fanno storcere il naso un paio di refusi, certamente non addebitabili all’autore quanto piuttosto a chi ha curato l’editing. Peccato perché abbassano il reale valore dell’opera. Anche una diversa punteggiatura sarebbe stata auspicabile, poiché alcuni periodi ti mandano in apnea leggendoli.
I personaggi, perlomeno i principali, sono ottimamente strutturati, lasciandosi identificare sia negli atteggiamenti, che nei pensieri e nelle emozioni. Anche quando alcuni passaggi non sono descritti, alla fine si riesce a capire perfettamente chi fa cosa e chi è in realtà. Su questo punto bisogna fare i complimenti all’autore.
Il libro scorre bene e risulta piacevole per chi non ricerca la perfezione assoluta e l’estetica; si lascia leggere regalando emozioni contrastanti. Si prova rabbia e sollievo, odio e tenerezza nelle vicende dei sopravvissuti, e spesso ci si ritrova a fare il tipo a volte per i vivi e, incredibilmente, a volte per i morti.
Il finale mi ha lanciato un po’ così, titubante; personalmente l’ho immaginato in altro modo, ma quello proposto da Zippo ha la sua logica, all’interno della storia.
Condizione necessaria per gustarsi il libro appieno e lasciarsi trasportare dalla lettura, non ponendosi domande, tanto le risposte arriveranno tutte alla fine.
Anche la divisione in capitoli raccontati dai singoli personaggi non fa perdere il filo di tutta la storia, si capisce esattamente dove ti trovi e quali compagni hai accanto.
In definitiva il libro lo consiglio vivamente a tutti.
Igor Zanchelli