di Michela Iucchi
Sono le dieci di sera, la pioggia scende copiosa ed incessante ormai da ore, ticchetta sulle tavole di legno del tetto di questo piccolo rifugio, scivola sulle pareti, scroscia lungo i vetri delle finestre e inonda il cortile. La vallata ad est è stata sommersa da un mare di fango ed il ruscello verso sud si è trasformato in un torrente impetuoso, violento e scuro. Si è alzato anche il vento, sferzante e inesorabile e sta mettendo a dura prova le fronde degli alberi, che dondolano e si piegano creando mostri inquietanti. Le piante più piccole si sono già arrese alla furia del temporale, non hanno resistito e sono state spazzate via come fuscelli.
Un mio piccolo amico a quattro zampe è nervoso ed io con lui e, a causa del forte nubifragio, che ha impazzato tutto il giorno. E’ stato impossibile trovare qualcosa da mettere sotto i denti.
Ho acceso il fuoco nel camino e sta emanando un gradevole odore di acero e resina di pino. Tremolanti figure appaiono come fantasmi sulle pareti della casa e, accoccolato su una coperta logora con a fianco Lucky , mi ritrovo a fissare ipnotizzato le accese fiamme rosse. Tutto ciò allevia un pò le nostre pene e nell’avvolgente torpore , ci abbandoniamo ad un inquieto riposo.
Un lampo improvviso squarcia la notte seguito da un boato ed un tonfo assordante. Mi desto dal sonno e scatto in piedi.
Provo a controllare dalla finestra ma è notte fonda e la pioggia mi blocca la visuale.
Il mio fedele amico è agitato….sente qualcosa provenire da fuori…qualcosa di più pericoloso, che non ha niente a che vedere col temporale.
Afferro in velocità il fucile ed esco. Da sotto il portico aguzzo la vista, fucile puntato e Lucky al mio fianco; Lui fiuta l’aria umida in cerca di una risposta con le orecchie dritte e corpo proteso pronto a scattare. Inizia a sbuffare e ringhiare e lo sento sempre più nervoso.
Non riesco a capire il suo atteggiamento, dopotutto ho posizionato una trappola che percorre il perimetro della casa; più volte ci ha salvati dalle invasioni di vaganti…
Mi sposto di qualche metro oltre il portico, sotto il diluvio, verso il buio del fitto bosco, mi infilo la tracolla del fucile intorno al collo e lo sposto dietro la schiena per cercare a tentoni il filo spinato che delimita la casa…ma niente…niente filo…nessuna difesa…
Un fulmine deve aver colpito un albero e la mia trappola ha ceduto!
*Se prendevo la torcia, era meglio!*
Mi apposto in ascolto, nello scrosciare della pioggia, sento un suono roco di passi trascinati, un leggero rantolo, un ramo spezzato…
Mani fredde e ossute si avvinghiano al mio collo, stringono e mi spingono all’indietro facendomi perdere l’equilibrio.
Cado rovinosamente di schiena, lui addosso a me e una fitta lancinante alla spina dorsale mi smorza il fiato.
*Cavoli…l’ho già vista sta scena!*
Sono bloccato a terra, immerso nel fango e senza possibilità di movimento; i piedi scivolano sul terreno fradicio e sto letteralmente sprofondando.
Lucky è accorso in mio aiuto; abbaia, ringhia e afferrando con i denti da molosso un lembo della camicia del vagante, lo tirando, lo strattona.
Questo bastardo ha una presa d’acciaio e si sta avvicinando pericolosamente al mio collo.
La fitta alla schiena è sempre più dolorosa, la sicura del fucile si sta conficcando nella carne, recupero tutte le mie forze e, memore dell’episodio precedente, cerco di fare leva piegandolo su un lato. Il terreno cede sotto di me ed è fatica sprecata.
Il coltello dentro la sua fodera legata alla gamba non ne vuole proprio sapere di uscire da sotto il fango melmoso,le mie mani son sempre piu scivolose e sento che sto per perdere la presa su di lui…sento la debolezza del digiuno forzato!
Devo pensare a qualcosa…e in fretta!
Il mio fido amico continua nella sua battaglia personale,strattonandolo in tutte le direzioni.
*La pioggia mi sta offuscando la vista o è forse la bava di sto bastardo ad annebbiarmela?*
Sento solo lo sbattere dei suoi denti…sempre più vicini.
Le forze mi stanno abbandonando.
Un attimo, ed è tutto finito!
-Cazzo Lucky fa qualcosa!!-
Senza che me lo aspettassi, il mio fido compagno s’intrufola tra me e il bavoso e nell’attimo di un respiro, lo attacca al collo con una furia inaudita.
La pioggia, il fango, la bava e i peli sono in bocca, non mi fanno respirare ma lui non molla, ringhiando come un lupo inferocito. Sembra indemoniato, stringe, strattona, Lucky lo scrolla e non molla la presa, nemmeno quando gli urlo di smetterla, perché ormai è andato, perché ormai non ci potrà più far del male, perché ormai ha il cranio sfondato dal provvidenziale coltello che sono riuscito ad estrarre.
Mi scrollo di dosso il cadavere, ho ancora i brividi della morte che graffiano la mia pelle. Afferro il mio salvatore e lo stringo forte aspettando che il suo respiro si acquieti.
E adesso ho pioggia…fango…bava…peli e sangue putrido che mi escono dalla bocca ma siamo vivi…ancora una volta….vivi.
Michela Iucchi
questo racconto mi è piaciuto molto!