Di Michela Iucchi
Giorno 57
Ore 5:38
Luogo Gorizia
-Non ce la faccio più! !!
Questa attesa mi strenua… mi logora…
Sto impazzendo…
Sono giorni che mi trovo bloccato in questo maledetto scantinato…
Il gocciolio della caldaia mi sta mandando fuori di testa… non ne posso più!!
Qua dentro fa freddo ed è umido…
E fa schifo! È pieno di ragnatele che, ad ogni mio respiro, sembra respirino con me. Credo di aver visto anche un topo; stupido esserino… tu che puoi, vattene da qui!
Sento grattare alle pareti… sento strisciare…sento rantoli e lamenti… sento che sto per scoppiare!
Mi sono rimaste quattro… no forse cinque scatolette di fagioli… e io ODIO i fagioli ma mi servono per restare vivo, per restare lucido e trovare un modo per andarmene via di qua.
LORO sono là fuori… e mi aspettano… aspettano che faccia una mossa falsa e corra fuori ad affrontare la mia fine… pensano di essere furbi sì… eh già … ma io sono più furbo di loro… sì, io non mi lascio fregare così facilmente… no… io ho un cervello… già… e… un martello… oh sì… ho di tutto qua sotto: ho una corda bella robusta… i miei bellissimi attrezzi da carpentiere, una falciatrice a benzina. .. sì…dovevo falciare il prato… ma aspetterà… sì… ho tutto quello che mi serve… non ho bisogno di nient’altro…
Peccato per quel bel coltello da braciole che mi ha regalato mio fratello… ma è rimasto conficcato nel cranio di Maria… non posso andarlo a prendere… o i bambini si arrabbieranno… pazienza… ho tutto ciò che mi serve qui, a portata di mano… oh sì… i bambini si arrabbieranno…-
Un gruppo di sopravvissuti giunsero nel giardino di una villetta; avevano sprecato quasi la metà dei loro caricatori e abbandonato lungo il loro cammino due compagni. Entrarono in casa e sprangarono la porta, dopo essersi accertati della sicurezza dell’edificio; Al suo interno, due piccoli mostri, che si stavano cibando di un corpo, apparentemente di sesso femminile, vennero eliminati facilmente.
Perlustrarono le camere di ogni piano, il silenzio regnava sovrano, finché giunsero davanti alla porta sprangata della cantina.
Uno di loro avvicinò l’orecchio alla porta ma dal suo interno non proveniva alcun rumore.
Decisero di abbatterla e un gruppo di tre scese per le scale ripide con i fucili puntati e le torce legate alla canna.
Un odore acre di carne putrida in fermentazione li invase come un pugno nello stomaco e ciò che videro, li lasciò allibiti…
I resti di quello che un tempo era un uomo di corporatura robusta, ciondolavano freneticamente da una corda legata alla trave che percorreva lo scantinato; sotto di lui, il lascito della morte, in un angolo, i testimoni vuoti dell’attaccamento alla vita ,una cassetta degli attrezzi rovesciata a terra e sopra un barile di birra vuoto un quaderno aperto su una pagina scritta a matita a caratteri quasi indecifrabili.
Lessero:
Giorno 58
Ore 7:25
FANCULO
Michela Iucchi