Sono passati 5 anni dall’Apocalisse Zombie, l’85% della popolazione è stato divorato o diventato “uno di loro”, l’umanità è sopravvissuta e continua a resistere in delle zone sicure altamente presidiate, e forse speciali sono state istituite per mantenere l’ordine e riconquistare man mano le aree ancora in mano ai Re-Ans… i rianimati.
Già sentito? Beh si, ci sta. E’ la solita storia di soldati contro gli zombie, in questo caso del sottogenere dei veloci e cattivi e… ovviamente con un altro nome. Ma cos’è questa ossessione di non chiamare gli zombie col loro nome? Walkers, eaters, rianimati, diversamente vivi… sono zombie, no? Ecchecavolo… Comunque Re-Kill, che era in lavorazione dal 2011 ma esce solo ora per chissà quale cazzo di motivo, prova quantomeno se non a dire qualcosa di nuovo a dirlo in maniera diversa. Scegliendo di farne un reality.
Niente Grande Fratello, quello è stato già fatto in Dead Set, miniserie inglese che dovreste proprio recuperarvi, in Re-Kill siamo più dalle parti di Cops, quel reality americano che segue le pattuglie della polizia in azione. Star dello show, che va in onda sull’Outbreak Channel ed è sponsorizzato dalla Coalizione per Ripopolare l’America, è la ottava divisione della R-Division, seguita nelle sue missioni, nei suoi successi, nei suoi drammi.
Re-Kill è presentato come lo show di punta del programma, le vite dei componenti del team vengono presentate nelle loro convinzioni e nelle loro follie. C’è il fanatico religioso ed il ragazzino alle prime armi, c’è la donna che resiste in un mondo di uomini e l’ultra macho… Un loro minimo errore potrebbe portare alla perdita di migliaia di altre vite umane, forse persino all’estinzione della nostra specie. Ma ora, pubblicità!
Si… pubblicità, non sto scherzando. All’interno di Re-Kill ci sono anche le pubblicità, e la cosa, seppure assurda, è la più divertente dell’intero film. Le pubblicità sponsorizzano prodotti, gli altri programmi del network, e… il sesso. Si, perché per ripopolare il mondo la gente deve fare sesso, è ovvio! Quindi trombate più che potete! E dopo questo messaggio di speranza torniamo ai nostri soldatini che muoiono.
Come si giudica un film così? Tecnicamente è fatto bene, le azioni della squadra speciale sono realistiche e ben organizzate, le ambientazioni sono un po’ ripetitive ma tutto sommato coerenti con quanto viene raccontato, gli attori seppure un po’ grezzi danno il loro meglio e c’è tanto sangue, tanti zombie, azione sfrenata. D’altra parte… non è un film, è finta reality tv. E la narrazione è un tantino schizofrenica, quantomeno nei toni. Le scene di azione sono serissime, costellate di drammi e momenti intensi. Poi ti trovi un minuto dopo un redneck che racconta come è sopravvissuto all’outbreak e come in fondo sia contento che questo sia avvenuto, perché il suo patrigno era uno stronzo. E dopo ancora uno spot che sembra uscito dalla notte di Cinemax. A me i momenti ironici ed assurdi piacciono, tutto sommato la cosa è anche un minimo realistica, visto che un network non avrà di certo solo show televisivi dello stesso genere ma spazierà dall’action al dramma, dalla commedia all’erotico… insomma, ci sta. Solo che questa non è VERA tv, dovrebbe essere cinema. Insomma, sono confuso.
Proviamo a tirare le fila.
Storia: banale ma raccontata in maniera relativamente nuova.
Recitazione: benino.
Regia: da action televisivo. La camera a mano tremolante dopo un po’ rompe il cazzo, come al solito.
Scene d’azione: bene eseguite.
Zombie: una marea.
Humour: presente.
Gli ingredienti ci sarebbero più o meno tutti. Solo che sono amalgamati così e così. E tra uno spot e l’altro, personalmente, ho trovato anche qualche momento di noia…
Michele “grande fratello” Borgogni