Apocalisse zombie in atto. Lo Zingaro è un ex–clown degradato a factotum di un circo, è un solitario, un ubriacone che si porta dietro ricordi e rimpianti da reduce cinico e testardo. Quando la città viene invasa dai morti viventi decide che è giunto il momento per tornare a combattere. Insieme a un manipolo di clowns in fuga – una ragazza sui trampoli, un nano codardo e un pagliaccio sarcastico – si cimenta nell’arduo tentativo di salvare la pelle a se stesso e agli altri. L’incontro con una enigmatica scienziata porterà alla luce la verità sull’origine del contagio e la possibilità che quella donna abbia nelle sue mani la salvezza o la distruzione dell’intera razza umana.
Elefanti e iene zombie, un alano arlecchino dal morso facile, un sassofono che risuona malinconico tra le labbra di un clown morto, la comicità nera su tristi facce dipinte di bianco, un vaccino che diventa una maledizione, un varco verso una dimensione parallela. Sono gli ingredienti di questo horror a sfondo fantascientifico, irriverente e spietato.
Ebook. Editore Nero Press. Pagine 77. ASIN: B01790JIBA
La nostra Recensione.
a cura di Igor Zanchelli
Dovendo usare un aggettivo per definire questo racconto, direi senza ombra di dubbio: Vorticoso.
La lettura ti manda in apnea fin dal primo rigo. Scene d’azione si susseguono una dopo l’altra; combattimenti, uccisioni, squartamenti scorrono quasi in continuazione non lasciandoti il tempo di prendere una boccata d’aria. Tra addetti alla sicurezza, scienziati, clown e saltimbanchi è un continuo susseguirsi di avvenimenti; poi ci sono zombie, tanti zombie, sia umani che animali. In questa storia anche gli animali diventano, finalmente direi, zombie. Un punto a favore.
Altra questione che mi ha favorevolmente impressionato è l’aver usato pagliacci e saltimbanchi come protagonisti.
La maschera del clown è una figura importante negli spettacoli circensi; deve far ridere il pubblico e smorzare la tensione che alcune esibizioni provocano. Tuttavia, come nella vita reale, la maschera nasconde tristezza, inconfessabile e spesso repressa, dietro un grosso naso rosso, del cerone bianco sul viso ed una buffa parrucca in testa.
Anche il protagonista è vuoto, distrutto dal dolore che la vita gli ha riservato, infierendo testardamente e impietosamente su di lui. Quando ormai è saturo, quando non riesce più a tenersi dentro questa sofferenza, decide di togliersi la maschera da clown e si lascia cullare dalla sua anima, ormai morta; decide che è giunto il momento di smetterla di far ridere. Conduce una esistenza che non è vita ma un trascorrere, a volte troppo lento forse del tempo, annegando il tutto in una generosa sorsata di alcool. Con il susseguirsi degli eventi e con l’incontro di altre maschere, qualcosa in lui si ridesta. Rimetterà la maschera da pagliaccio rientrando a far parte, prepotentemente e a pieno titolo, dello spettacolo.
Si perché questa vita è solo un grande spettacolo; nonostante tutto “show must go on”.
Poco importa se gli spettatori, paganti o meno, siano uomini o zombie, buoni o cattivi, belli o brutti, lo zingaro vuole concludere la sua performance nel miglior modo possibile, anche se dovesse essere l’ultima esibizione.
La sfilata degli animali zombie del circo, con relativo clown trombettiere in testa è superba: “Il circo è in città. Signori e signore, vecchi e bambini, venite a divertirvi! Guardate … vedete … ammirate cosa possiamo offrirvi! Festa in città, è arrivato il circo”.
Mi immaginavo questo leggendo il pezzo della sfilata e vedevo il trionfo della morte.
Tutto il racconto è uno spettacolo circense, fatto di artisti, animali, acrobati e nani, scene di domatori e giocolieri. La storia nel suo complesso non è affatto male. Anche se non è proprio originale, l’inserimento dei circensi la rende curiosa e molto particolare.
Ritengo che essa dovesse essere ampliata un pochino per spiegare tanti passaggi che non si comprendono e rimangono misteriosi; ad esempio: perché lo zingano decide di rimettersi la maschera da clown?
Il capitolo che dovrebbe dare una spiegazione a quanto accade, sarebbe dovuto essere stato, a mio avviso, inserito come capitolo iniziale o, al massimo, come secondo, per evitare che il lettore si perdesse in inutili domande sul perché succede questo e quest’altro ecc.
Così facendo l’impressione che manca un pezzo, scomparirebbe. Per essere chiaro, ti ritrovi nel vivo dell’azione ma non capisci il perché. Immaginate di dormire, ad un tratto vi svegliate di soprassalto e vi trovate in una battaglia, con bombe che esplodono a destra e a manca, pallottole che fischiano sulla vostra testa e voi a chiedervi ma che diavolo succede.
Anche le spiegazioni “scientifiche”, secondo me, andavano sviluppate di più. Sono solo accennate, tuttavia risultano molto credibili. Inserire un capitoletto per raccontare queste tesi e come la scienziata avesse maturato la convinzione che la sua ricerca potesse portare a dei risultati, avrebbe eliminato tante questioni che rimangono irrisolte.
I personaggi secondari rimangono meravigliosamente tali. Entrano in scena, fanno quello che devono fare e poi spariscono dalla storia; assolvono egregiamente il compito che è stato pensato per loro. Curiosamente questa evanescenza risulta molto gradevole a mio avviso. Per la struttura e il ritmo del libro non si ha tempo di pensare ad altri; non si deve correre il rischio di essere distratti da altro, si rimane focalizzati sui personaggi principali e sulle azioni che essi stanno svolgendo.
La scienziata, tuttavia, nonostante sia un pezzo grosso del racconto, è una figura indefinita: compare e scompare, troppo velocemente e senza un perché. Domande tipo cosa prova, da dove viene, qual è la sua storia, dove vuole andare e soprattutto fa parte dei buoni o dei cattivi? Rimangono senza risposta.
Il libro è scritto bene, intendendo nella grammatica e nella forma, questo non sempre è scontato; anche l’assenza di refusi denota che il testo è stato visto e corretto più volte.
In conclusione il libro merita di essere letto. Se avete voglia di una lettura movimentata, vorticosa e incalzante senza tante “menate e sofismi”, questo libro fa per voi.
Se, invece, siete dei lettori che “fate le pulci ai testi” ricercando una logica e una ferrea consequenzialità degli avvenimenti, lo sconsiglio poiché potreste innervosirvi parecchio.
Utilizzando il sistema di Amazon direi che gli autori, Bonaro e Picciuti, meritano tre stelle piene. Consiglierei di produrre un sequel per dipanare i dubbi evidenziati. Ritengo però che con gli opportuni aggiustamenti il potenziale di questo racconto sia di un cinque stelle pieno.
Igor Zanchelli