di Anna Liguori
Caro Babbo Natale
quest’anno sono stata una brava bambina.
Purtroppo, tutti intorno a me non sono bravi per niente.
Le luci ad intermittenza donavano al cadavere un aspetto grottesco. La donna pendeva dal balcone e il sangue, colato giù dalla giugulare, aveva creato una pozzanghera rossa che risaltava ancor più il candore della neve. Doveva essere lì da ore ed il cappotto rosso che indossava aveva di certo ingannato i passanti, esposta come l’ennesimo esasperato addobbo. Gli occhi erano ancora aperti, il loro colore azzurro faceva risaltare il giallo della pelle, lontano ricordo di organi pulsanti di vita.
La mamma urla sempre e rompe i piatti per terra. L’altro giorno mi ha dato uno schiaffo perché giocavo davanti allo specchio con il suo cappotto nuovo.
L’albero di Natale era uno di quelli trovati al supermercato, piccolo e decorato per metà, con lucine incluse.
Sul divano intriso di sangue giaceva l’uomo col punteruolo conficcato nell’occhio. L’altro pendeva dall’orbita; pareva muoversi ancora. Scintillando, la bottiglia di whiskey creava un gioco di luci tra l’occhio dondolante e l’alberello. Stretta ancora tra le mani, la testa mozzata di un criceto completava il quadro.
Papà beve tanto whiskey, puzza tantissimo e vuole sempre abbracciarmi. Ieri ha schiacciato il mio adorato Ronnie e l’ha buttato nella spazzatura.
La macchinina telecomandata emetteva il ronzio delle batterie ormai scariche. Sulla carta da parati dozzinale la materia celebrale, densa e rossastra, arricchiva la tappezzeria a fiori. Riverso sul pavimento, tra denti e unghie strappate, il ragazzo pareva quasi sciogliersi sul tappeto cremisi. A pancia in giù, con il cranio fracassato come da un grosso e possente stivale, sembrava la scena di un cartone animato. Ci si aspettava quasi che s’alzasse e che si rimettesse a posto la testa scuotendola freneticamente.
Mio fratello ha le braccia bucate, dice di essere malato. Fuma tanto e brucia gli occhi delle mie bambole con i mozziconi di sigaretta.
Era la mattina di Natale, il freddo pungente irritava la pelle del viso. Strappato dalle braccia delle figlie che scartavano i regali, il Maresciallo si recò sul posto.
Erano secoli che non vedeva scene così raccapriccianti. Le ambulanze con le sirene spente sostavano davanti la casa del massacro. Prima di entrare, chiese se ci fossero sopravvissuti.
“La figlia, ” disse l’appuntato, indicando una delle ambulanze.
Per quest’anno non ti chiedo nulla, per favore uccidi i miei genitori e mio fratello così che possano pagare il male che mi hanno fatto. Io ti prometto che sarò sempre buona, per tutta la vita.
Con affetto,
Angelica.
Anna Liguori