In occasione del FeComics& Games, Festival del Comics, games e del cosplay, che ha avuto luogo a Ferrara sabato 18 giugno, si è svolta anche la Zombie walk a tema hollywoodiano.
Zombie, creature della notte, sopravvissuti, e un “paziente zero” da scortare e tenere in vita fino all’ultimo, per le strade oscure della città estense.
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I fotografi sono Roberto Cobianchi, Simone Tugnoli, Germano Capponi, Salvo di Maggio, Riccardo Tarroni e Luca Dalmonte
La redazione di “I love zombie” intervista Roberta Mercatelli, la “Rossella O’Hara” dell’Associazione culturale Ombre d’Arte, che ha collaborato nella realizzazione della Zombie walk.
Buongiorno eccomi qui
Ciao Michela. Piacere, Roberta. 🙂
Ciao Roberta molto piacere mio
Raccontami un po’ come è nata l’associazione Ombre d’arte
Allora, l’anno scorso ho cominciato quasi per “gioco” con un carnevale horror in un locale a Bologna, organizzato con Oriana Cauli, ex direttivo e truccatrice di Zombie Inside ed attualmente una delle nostre migliori truccatrici.
Da lì abbiamo continuato con altri eventi, poi diciamo che il botto c’è stato con Imola Cosplay e la prima walk, a tema anni 50/60, una Noctis Domini a tema vampiri a Ferrara e di lì, a fine novembre dell’anno scorso, abbiamo costituito l’associazione.
È nata fondamentalmente dalla mia passione per l’horror e dal pensarne ogni volta una diversa, realizzata anche di notte. Siamo partiti molto in fretta con diverse iscrizioni (dal 28 novembre alla settimana scorsa, eravamo 57 iscritti, ora siamo più di 70).
Facciamo tantissime cose, ma principalmente ci concentriamo sul gothic-horror, che è il tema che preferiamo, ovviamente.
Siamo in effetti molto uniti
L’associazione ha sede a Imola, ma gli iscritti sono anche a Bologna, Modena, Rovigo, Ferrara (dove abbiamo appunto una grossa adesione), Torino, Firenze, Vicenza ed Ancona.
Il gruppo base “alpha”, da quante persone era composto al principio?
Ci piacerebbe conoscere come è avvenuto il contagio.
Coi tre fondatori, ma nel giro di pochissimo tempo, praticamente due mesi, siamo diventati più di 50!
Quindi siete stati tre “pazienti zero” a dar origine al tutto.
Nel momento in cui ho deciso di fondare l’associazione, si sono iscritti in massa.
Sono stata la “paziente zero”, sì
Ah ah ah…
Insieme a me, come fondatori, ci sono Marco Castelli e Davide Sitta.
Davide è entrato nel gruppo l’anno scorso, dopo che l’ho portato alla prima walk.
Abbiamo addirittura contagiato un “piccolo” zombie, che dal carnevale horror dell’anno scorso ora partecipa praticamente a tutti gli eventi.
I piccoli sono i migliori!
Infatti il bello è vedere questi bambini che non hanno assolutamente paura, e si divertono tantissimo. La paura attanaglia di più i genitori.
E riescono ad immedesimarsi perfettamente.
Già: sono fantastici.
Spiegaci come si è sviluppata la vostra zombie walk.
Abbiamo voluto differenziarla rispetto alle altre,
Va detto che oramai le zombie walk sono dappertutto e, se non ci si differenzia, a mio avviso cominciano ad essere ripetitive
Infatti non amo chiamarla zombie walk, perché quella di Ferrara terrà proprio il target di Hollywood is Dead: Zombie Apocalypse e manterrà questo tema ogni anno (ci hanno già detto che se non torniamo il prossimo anno, si arrabbiano).
Intanto la nostra walk ha avuto una storia, cosa che le altre non hanno.
STORIA: «Le campane non suonavano più e nessuno piangeva. L’unica cosa che si faceva era aspettare la morte, chi, ormai pazzo, guardando fisso nel vuoto, chi sgranando il rosario, altri abbandonandosi ai vizi peggiori. Molti dicevano: “È la fine del mondo!”» Fu così che “la grande morte” ebbe inizio secoli fa ed è così che torna ai tempi odierni a disseminare cadaveri. Quello che i libri di storia non ci hanno mai raccontato però, è che già diversi secoli fa alcuni corpi non rimanevano stesi a terra ma, bensì, erano in grado di rialzarsi, con movimenti ben più lenti e versi animaleschi che avrebbero fatto rabbrividire chiunque. I libri di storia soprattutto non raccontano che non tutti durante la peste nera morivano, ma alcuni ritornavano comandati da un solo impulso: LA FAME. Siamo nel 2016, all’interno della manifestazione FeComics & Games, dove i cosplay decidono di dare vita ad una serata hollywoodiana per il centro storico della magica e bellissima Ferrara. Ad un certo punto un urlo echeggia da lontano, risvegliando così il popolo della notte: una donna vestita da Rossella O’Hara si avventa ferocemente su qualcuno e lo morde. Il malcapitato diventa il suo pasto nudo, carne per la “bestia”. Il corpo della preda rimane a terra per qualche minuto, per rialzarsi lentamente alla ricerca del proprio cibo, e così via a diventare una catena di fame di carne e di sangue. Il centro cittadino improvvisamente si trasforma in un’invasione di walkers pronti ad infettare altri umani. Gli spettatori, increduli e terrorizzati davanti all’orrendo spettacolo, cominciano ad essere presi dal panico. Nessuno capisce realmente cosa stia succedendo e perché, ma sarà qui che arriveranno due studiosi, Doctor R. e Doctor M., che da tempo sono a conoscenza di un possibile ritorno, in forma mutata, della peste nera, i cui casi sparsi per il mondo sono sempre stati sapientemente occultati da chi di dovere. I due medici, a capo di un gruppo di cacciatori e sopravvissuti, dovranno portare in salvo la sola speranza rimasta all’umanità: il “paziente zero”, l’unico uomo che è riuscito a sopravvivere a tale mutazione, divenendo un ibrido tra un umano ed un camminante. Si prospetta essere una lunga nottata quella di sabato 18 giugno nel centro storico di Ferrara, dove una manciata di uomini armati, e non solo di tenacia ed istinto di sopravvivenza, dovranno riuscire a sfuggire all’orda di zombie affamati e ridare speranza all’umanità, prima che “la grande morte” abbia la meglio in questa nottata di paura e sul resto del mondo. Storia scritta da Roberta Mercatelli
È stata ideata sulla base dei personaggi di due cacciatori
A differenza delle altre walk, ho chiesto ai cacciatori di creare un loro personaggio, con una propria storia e sono stati presentati nell’evento.
Questo ha dato modo di creare più attenzione verso la Hollywood is Dead.
Il tema era ovviamente Hollywood, quindi io ero presente come Rossella O’Hara, il mio compagno come Ret,
Trinity di Matrix, Edward Mani di Forbice, personaggi della famiglia Addams,
Samara di The Ring e via a seguire…
È stato un lavoraccio. Per ogni cacciatore (circa 35) si è preparata la storia ed un collage di foto per presentarli. Per i personaggi principali attinenti al tema della walk, idem.
Correggimi se sbaglio, eravate all’interno del FeComics?
Non sbagli Michela, eravamo all’interno del programma del FeComics e c’è chi l’ha definito l’evento del giorno.
Prima walk a Ferrara, il riscontro lo potete vedere anche solo dalla copertina attuale dell’associazione.
C’è da dire che noi a Ferrara siamo già piuttosto seguiti. Tanta gente si ricordava di noi già da novembre dell’anno scorso per l’evento con protagonisti vampiri, licantropi, streghe e cacciatori steampunk. Quindi il richiamo è stato forte.
A livello organizzativo, prettamente di tempistica, quando tempo avete impiegato ad organizzare? Ci puoi parlare di come si può organizzare una cosa così enorme.
Alessandro: in questo caso non ho dovuto chiedere permessi, perché ci ha pensato il FeComics.
Già è una rottura in meno.
Quando le organizzo all’interno dei miei eventi, personalmente chiedo sempre il patrocinio del Comune, perché ha una risonanza diversa dal “semplice” corteo.
Allora, dalle 16 alle 21.00 evento trucco.
Truccatori prenotati precedentemente per i trucchi più importanti e disponibili sul momento per chi non aveva prenotato, quando non aveva nessuno.
Avevamo preparato anche delle boccette di sangue alimentare da utilizzare durante la walk al gustosissimo sapore di cioccolato.
Alle 21.45 circa siamo partiti da Piazza Savonarola, ma prima di partire abbiamo ringraziato fin da subito i presenti e chi ci aveva sostenuto e fatto un piccolo briefing per ricordare cosa fare e cosa non fare, anche perché non tutti sanno cosa sia una walk e non tutti leggono le informazioni.
Premetto: alle 18 è stato fatto il sopralluogo con buona parte dei cacciatori, decidendo punti di scontro e facendo anche presenti i punti fotografici
Due settimane prima è stato fatto un sopralluogo con un fotografo, per decidere appunto i momenti fotografici, per agevolare il più possibile i fotografi, che spesso riscontrano problemi durante la walk e che noi abbiamo cercato di limitare.
C’erano molti fotografi o reporter sempre vostri?
Avevamo più di 30 fotografi “accreditati”.
Abbiamo preparato noi i pass, poi ovviamente alla fine erano molti di più, Inizialmente abbiamo avuto qualche problema a farci strada, proprio perché erano tanti e non ci lasciavano spazio.
Dovevate morderli.
No no… mangiarli!
Eheheheh, tu non ci crederai, ma era il mio modo per farli arretrare.
Ah ah ah…
Comunque sia, eravamo dotati di megafono, che è stato lasciato ai ragazzi dello staff di Zombie Walk Venezia che ci sono venuti a dare man forte di loro spontanea volontà.
Uno dei nostri aveva appositamente disegnato un cartello per la walk.
Poi avevamo un nastro della scena del crimine: con il cartello ed il nastro hanno delineato il corteo, tenendo dietro il pubblico e lasciando dentro al nastro i fotografi, che erano appunto tantissimi.
Per quanto riguarda il reparto make-up e trucchi in lattice, puoi dirci qualcosa su chi vi ha aiutato?
Sono tutti nostri truccatori: Massimo Barbieri, Emma Peonia, Oriana Cauli, Alessandro Ballacci, più due componenti di ZombiE2.0, Max Melato e Carlotta Vignocchi.
Un’altra truccatrice di Imola, che è spesso ai nostri eventi, Melissa Nanetti
Il sangue alimentare è stato preparato da Massimo Barbieri ed Emma Peonia
La walk poi si è strutturata nel centro storico.
I cacciatori dovevano proteggere il paziente zero (avevamo anche una Addy Carver di Z Nation e dovevamo avere praticamente il sosia di Daryl, ma si è infortunato all’ultimo) e portarlo a destinazione sano e salvo.
Per questa walk abbiamo deciso di far vincere i cacciatori.
Ma la walk non finisce qui, perché comunque ci sono stati diversi premi messi in palio da FeComics: ora ci sono in corso i contest per i tre migliori zombie dell’edizione che verranno decretati da 5 giurati dell’EffectUs:
Il miglior zombie scelto dal pubblico;
Il premio speciale offerto invece da Ombre d’Arte per il miglior cacciatore;
Una sorta di lotteria con cinque biglietti omaggio per la zombie run di Campogalliano di questo fine settimana.
Bella questa cosa di dare dei premi.
A ottobre invece si terrà la mostra fotografica zombie con i migliori scatti dell’edizione.
Ovviamente con zombie presenti.
La cosa che ci tengo a sottolineare, perché l’ho trovata molto bella, è stata la collaborazione fra i vari gruppi.
Zombie Walk Venezia che si è offerta di sua spontanea volontà per venire a darci man forte con un “noi siamo qui: tu dicci cosa dobbiamo fare e lo facciamo”.
Tanta umiltà, tanta collaborazione, tanto spirito di condivisione e di aiuto!
Steampunk Nord Est Italia coi cacciatori, che sono stati fantastici e con i quali c’è stato immediatamente un grosso affiatamento.
Era la prima volta che facevano i cacciatori ad una walk e si sono divertiti tantissimo.
ZombiE2.0, con cui è già iniziata una stretta collaborazione da qualche mese che, come sempre, ha fatto la sua parte.
Ci tengo a sottolineare queste cose perché, in questo ambiente, in realtà la collaborazione non la fa da padrona.
Prospettive per il futuro?
Sicuramente allargarci e non essere un punto di riferimento solo per l’Emilia Romagna, ma anche per la Toscana.
Cercare di collaborare il più possibile con le altre walk e di far capire che la collaborazione fra di noi è tutto: noi puntiamo molto su questo (abbiamo fatto presenza anche a Rovigo, lo stesso giorno della walk di Bologna, sparandocene due in un giorno per dare sostegno ad una walk giovane).
Poi, lo ammetto, vorremmo diventare una realtà forte e consolidata, mantenendo però tutta questa passione.
Non ci sono gerarchie nell’associazione non ci sono imposizioni, ognuno può andare agli eventi che preferisce ed è libero di partecipare ai nostri come a quelli altrui. Non ci sono obblighi quando mi chiamano “capo” o “regina”, m’incazzo (scusate il francesismo), perché è vero che dirigo le fila del tutto, ma in realtà i ragazzi hanno molta autonomia.
Mi viene spontanea una domanda… cattiva.
Prego
Dimmi pure Ale
Oltre al vostro gruppo, si è capito che siete molto socievoli e umili con tutti, sostieni che ci sia qualcosa in questo mondo delle walk che si possa evitare o persone troppo arroganti?
Sì, e credo che la tua domanda non sia fatta a caso.
Il problema non è solo nell’ambiente zombie, ma proprio nell’ambiente dell’organizzazione eventi.
Io ho iniziato da poco ed essendo una persona “fumina”, poco diplomatica, ma comunque estremamente corretta con i gruppi con i quali collaboriamo ci si accorda prima per non sovrapporci con gli eventi e poter, quindi, esserci di aiuto reciproco.
Ho avuto un attimo in cui ho detto: “o metto su pelo nello stomaco, o mollo tutto”.
Quello che si dovrebbe assolutamente evitare, SEMPRE, è pensare di essere migliori degli altri.
Si dovrebbe evitare di mettersi in competizione con gli altri e pensare solo a mettersi in competizione con se stessi.
Io non devo essere migliore degli altri, devo essere migliore rispetto a quello che ho fatto precedentemente.
Come in tutti i mondi, come quello del cosplay molto simile al vostro, c’è sempre una sorta di competizione. A volte questa è passiva ma altre volte non lo è affatto. Credi che questo modello di “competizione” non debba esistere? Domanda posta da uno che odia le competizioni a prescindere.
Allora, trovo che ci sia una competizione sana e costruttiva ed una distruttiva.
Tutti in questo mondo, secondo me, vogliamo essere i migliori il punto è che nessuno sarà mai “il migliore”, perché ci sarà sempre qualcuno migliore di te.
Il problema è che, la maggioranza delle volte, chi è migliore di te è visto come nemico, invece chi è migliore di te dovrebbe essere visto come spunto per migliorare se stessi.
Questo è il motivo per cui dico che non mi interessa mettermi in competizione con gli altri.
Abbiamo già fatto molte interviste a celebri zombie o organizzazioni simili alla tua. Ma non abbiamo mai affrontato il discorso “competitivo”, cosa che concordo con te… non dovrebbe esserci.
E il tuo modo di vedere il tutto è ammirevole, però io sono una persona cattiva e vorrei farti un’ultima domanda cattiva…
Non credo che tu sia “cattivo”, credo che tu sia pungente, è diverso. 😉
Dimmi tutto!
Sono rompicoglioni.
Ah ah ah…
Benvenuto nel club.
Dicevo. Le vostre performance così plateali, la tua anche all’interno di una fiera del fumetto, mi portano sempre alla stessa domanda. Cosa ti differenzia da una cosplayer? Visto che in entrambi i casi si “veste” un personaggio e lo si interpreta.
Vorrei sapere il tuo punto di vista al riguardo
Personalmente non mi ritengo nemmeno una cosplayer, ma per un semplice motivo: mi faccio truccare, gli abiti non me li faccio io e non sono ai livelli di Oriana o altri.
Poi c’è cosplayer e cosplayer.
Quelli della vecchia leva hanno una concezione più “pulita” del cosplayer, molti di quelli attuali, purtroppo, ritengono che il cosplay sia solo essere fighi e tanti like sulle pagine.
Ma c’è questo modo di vedere il cosplay, da parte dei performer delle walk e volevo sapere il tuo punto di vista. Almeno quando faccio interviste io e/o entro nell’argomento.
Da noi sinceramente non c’è questa visione.
Devi considerare anche che Ombre d’arte è ad indirizzo gothic, horror, steampunk e cosplay, per l’appunto con una netta preferenza verso le prime due, che non stanno all’inizio del tutto a caso.
In mezzo a noi ci sono cosplayer che hanno partecipato e vinto gare, ci sono gli steampunker, che a loro volta di solito non vogliono essere associati ai cosplayer.
Una zombie walk non ha solo zombie, ha anche personaggi come Jason e Freddy: non sono forse cosplayer?
Se io porto una Rossella O’Hara in versione zombie, non sto forse facendo un cosplay?
Entriamo nel discorso di sentirsi migliori rispetto ad un’altra categoria.
Come mi disse Giamba una volta: è una bella botta di adrenalina e ad alcuni dà alla testa.
Possiamo concludere con una domandina semplice: secondo te, il modo di vedere lo zombie è migliorato o peggiorato dalla socio-filosofica figura creata da Romero?
Oggi come oggi lo zombie viene molto umanizzato: vedi Maggie, con Schwarznegger, ma anche tanti altri film zombie di recente uscita.
Io sono un po’ “nostalgica” sotto questo punto di vista: preferivo i buoni vecchi zombie di Romero.
Capisco che anche sul tema ci sia la necessità di differenziarsi e trovare qualcosa di nuovo, ma poi non riesco più a vederci dietro la figura dello zombie.
Ancora di più, non posso non dirlo: OOOOODIO gli zombie che corrono!
E con questo, ti abbraccio fortemente e ti ringrazio.
Grazie a te Ale, è stato un piacere.
Piacere tutto nostro e ti ringraziamo tantissimo.