Combo micidiale, Michele Borgogni ed il nostro defeale recensiscono la seconda puntata della settima stagione di #TWD.
Dopo i fuochi d’artificio della prima puntata della settima stagione di The Walking Dead, molti si aspettavano un secondo episodio altrettanto scoppiettante. Anche voi la pensavate così? Speravate in scene d’azione, orde di zombie, drammi, Negan che picchia gente con Lucille, colpi di scena a ripetizione, esplosioni, Negan, Negan che umilia Rick, astronavi guidate da Negan e robot giganti (ok ho esagerato? Bravi. E invece vi beccate Ezekiel).
Guardatelo, Ezekiel. Lo interpreta il misconosciuto Khary Payton, noto soprattutto come doppiatore, e dobbiamo dire che fisicamente il casting è piuttosto azzeccato. A giudicare da quanto avevamo visto nel fumetto pensavo a un Ezekiel con qualche anno in più sulle spalle, ma Khary è comunque una buona scelta che credo avrà fatto contenti i fan delle pagine di Kirkman. A me poi l’Ezekiel di Kirkman è sempre piaciuto: è un personaggio sicuramente originale, immediatamente riconoscibile, che spicca ancora di più sulla massa proprio perché è l’unico davvero “larger than life”, come ripete più volte anche durante l’episodio. L’Ezekiel del fumetto richiama in maniera evidente il contrasto tra vita prima e dopo il risveglio dei morti, è un promemoria costante che le cose sono cambiate e le regole sono diverse, e per sopravvivere c’è chi ha scelto di adeguarsi a una realtà violenta (come Negan) e chi ha deciso invece di reagire in maniera completamente diversa.
Il problema è che fumetto e televisione sono due media completamente differenti. Nel fumetto l’impatto con Ezekiel fa spalancare gli occhi per la sorpresa, in tv… rende l’episodio ridicolo. Ed è solo naturale che Carol reagisca con una risatina.
Già in passato ho espresso la mia opinione, che The Walking Dead funziona al meglio quando gli episodi sono corali, mentre fallisce clamorosamente quando va a focalizzarsi su pochi personaggi. Il secondo episodio della settima stagione si concentra su Carol e Morgan, che sono anche due tra i miei preferiti, ma sono anche disperatamente bisognosi di un vero rilancio. Carol sembra ormai utilizzare in ogni momento lo stratagemma del fingersi ingenua ed inoffensiva, il problema è che non solo lo spettatore sa benissimo che si tratta solo di una recita, anche gli altri personaggi sembrano rendersene conto. Ezekiel la scopre subito perché la recita, evidentemente, non funziona. Abbiamo imparato ad apprezzare Carol in versione improbabile spaccaculi, sarebbe il momento di una nuova assunzione di responsabilità da parte sua, in un momento in cui il cast ha bisogno di ritrovare una leadership forte.
Morgan invece è uno dei pochissimi personaggi che sono stati in grado di trovare una propria strada diversa da quella degli altri, senza lasciare che questa differenza si evolvesse in un conflitto troppo aperto. Anche lui però è in crisi d’identità, speriamo che fare da mentore al giovane Benjamin possa giovargli…
Come ogni fanatico dei film di zombie non temo conflitti e insicurezze dei protagonisti e non temo personaggi ridicoli, il problema di questa puntata è che si tratta del classico episodio di alleggerimento, per riprendersi dai traumi del primo. E una serie come The Walking Dead, con i morti che si risvegliano e gente come Negan che se ne va in giro a spaccare crani, semplicemente NON PUÓ avere episodi di intrattenimento leggero per stemperare la tensione. Quando la tensione si abbassa, comincia la noia, e questo episodio è semplicemente noioso e mal realizzato. Ricordate la recensione della settimana scorsa? Io avevo scritto “nelle prossime puntate le aspettative saranno ancora maggiori, e io mi aspetto già la solita serie di puntate noiose fatte solo di chiacchiere”. Ecco, segnate, questa è stata la prima.
Michele Borgogni
Alessandro De Felice (defeale)
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