Combo micidiale, Michele Borgogni ed il nostro defeale recensiscono la quinta puntata della settima stagione di #TWD.
C’è una domanda che mi sono fatto più volte, e che sono sicuro alberghi anche nelle teste di molti lettori: perché guardiamo The Walking Dead? Finalmente sono giunto alla risposta.
È per gli zombie che amiamo tanto? Probabilmente all’inizio era così. Anzi, era sicuramente così. L’idea della minaccia del morto che si risveglia misteriosamente è sempre attuale, il lavoro di Nicotero al trucco ha fin dai primi episodi (ricordate la scena della bicicletta e la zombie?) raggiunto vette di qualità eccelse, nelle prime stagioni effettivamente si moriva, e molto, ad opera degli zombie, e il mondo che deve lentamente abituarsi a un futuro così è nei cuori di ogni horrorofilo. Ma ormai a chi fanno paura, gli zombie di The Walking Dead? Ai debolissimi, che comunque se sono arrivati così avanti è perché hanno qualcuno di forte a proteggerli. Ormai neanche la forza del numero spaventa più, come è stato dimostrato nell’ultima stagione. Quindi no, non si guarda TWD per gli zombie.
È per il carisma di alcuni personaggi? Probabilmente all’inizio era così. Anzi, era sicuramente così. Daryl, Michonne, il Governatore, persino Carol, ora Negan, tutti hanno saputo conquistarsi uno spazio importante nei nostri cuori di fan, perché quello che vogliamo è vedere personaggi larger than life, in una situazione come quella. La famiglia Grimes invece ha sempre rotto i coglioni, diciamo la verità. Rick ha avuto i suoi momenti di spaccaculismo, ma sempre esplicitamente limitati da una sua etica interiore che spesso è stata soverchiante. Su Lori stendiamo un velo pietoso. Carl ha avuto i suoi momenti di gloria come protagonista del meme “Where is Carl“, a dimostrazione del suo passato di dannosità sociale, e anche se ora con l’adolescenza sta lentamente trovando le palle (e una notevole faccia tosta) sembra che gli showrunner si stiano divertendo ad ammosciare chiunque altro. Daryl fa lo schiavetto, Michonne la donnina di casa, Carol fa i tripli giochi per fingersi la vecchia nonnina tenera… Insomma i personaggi stanno trovando una loro umanità. Il problema è che tranne Negan (che però resta ovviamente tre metri sopra le righe), nessuno degli altri attori è capace di performance drammatiche di livello davvero superiore, e quindi… no, non guardiamo TWD neanche per il carisma dei personaggi!
È per il livello di analisi sociale della serie? Mi piace pensare che per molto tempo anche questo è stato uno dei fattori in gioco, ma probabilmente farei troppo onore all’intelligenza di un pubblico che… lasciamo perdere. In passato la serie è stata a volte noiosa, ma ha sempre cercato di mantenere un realismo narrativo soprattutto nei rapporti tra i personaggi che ho trovato apprezzabile. Cosa succede in una situazione di stress estremo? Ognuno risponde a modo suo, e questo è stato fatto quasi sempre bene. Ora però abbiamo il guardiano dello zoo con tigre a fianco che governo su un mini-feudo medievale. Dai.
È per l’azione sfrenata alla Z-Nation? Ecco… no. Questa risposta non si merita neppure un paragrafo esplicativo.
È perché siamo fan del fumetto? Magari. Nel senso che il fumetto non può avere i numeri della serie, ahimé. E comunque il fumetto è fatto cento volte meglio, quindi semmai dovrebbe avvenire il passaggio contrario. Cosa che è avvenuta, in effetti, e che speriamo continui.
Basta prendersi in giro, vi do la mia risposta. L’ho capito quando mi sono messo sul divano, tutto felice, per guardare la quinta puntata della nostra serie tv zombesca preferita in onda su AMC . L’episodio è cominciato e ricordo che la mia compagna mi ha chiesto: “ma è cambiata la grafica del logo?”. E io: “non mi par…” e mi sono addormentato. Lo giuro, prima non avevo sonno, ma sono bastati dieci minuti di chiacchiere e nulla per farmi diventare le palpebre pesanti come il piombo. Saltuariamente ho riaperto gli occhi, specie quando i miei cani salivano a leccarmi la faccia per sincerarsi che non fossi morto, ma non è servita neppure la scena di Maggie che schiaccia gli zombie col trattorone. Continuavo ad addormentarmi di nuovo. Ma almeno ho trovato la mia risposta: guardo The Walking Dead per fare un sonnellino. Lo stress del lavoro ci tiene svegli, i pensieri ci provocano ansia, l’ansia genera insonnia. Il riposo è importante. Guardate The Walking Dead.
(poi ho fatto il mio dovere di recensore e ho riguardato la puntata, stavolta senza dormire. Ma cosa vuoi commentare su un episodio così? Dai.)
Ma cosa ne pensa defeale ?
Dopo questo momento di catarsi, ho avuto un’illuminante conversazione con il mio collega:
E così, alla sfrenata ricerca dell’immagine di un trattore rosso come riferimento, al fine di realizzare una vignetta divertente,
mi sono imbattuto accidentalmente in quest’altro video :
E venne il buio …
Di cosa dovevo parlarvi ?
Ah, sì … ora ricordo!
Una puntata emozionante e sublime che non posso non condividere con voi.
Mi sembra il minimo.
Inizialmente sono rimasto ipnotizzato dal contesto nel quale Stan è costretto a lavorare.
Nel suo ventoso mondo, i mezzi agricoli hanno una vita propria e interagiscono con l’uomo.
Come ci insegna Maggie, non ricordo in quale delle tante puntate noiose di quel serial :
“Non ci si mette mai contro un trattore.”
Ecco spiegata la saggia scelta di schierarsi con loro; tutto ciò comporta ad un’esistenza effimera, pervasa dal terrore di poter morire in qualsiasi momento con la testa schiacciato da ruote di plastilina.
Ruote che fanno più paura di un attore belloccio, messo lì ad impugna una mazza da baseball.
Il 90% del pubblico ignora totalmente che l’idea di base del personaggio è stata rubata interamente all’hardcore wrestler “Mick Foley” con la sua “Barbie”.
Brutti stupratori di sogni che non siete altro !
Stan, invece, è un vero eroe moderno.
Accidenti, lo è eccome !
– Fa un lavoro umile;
– È un leader molto amato dai suoi simili;
– si lava;
– non usa una barba biblica per aumentare i suoi punti testosterone;
Un tipo da imitare senz’altro.
La trama continua con un repentino e magistrale cambio scena. Ci vengono presentati due meccanici intenti a ripulire la loro officina dalla furia degli elementi. Sono talmente presi dal lavoro, che non si curano affatto del pericolo al quale vanno incontro e maneggiano bombole di gas altamente esplosivo come nulla fosse.
Per di più, il loro senziente automezzo, si annida nelle tenebre del garage e li richiama a se con una terrificante strombazzata di clacson. Il regista fa il verso al film “Christine – La macchina infernale”, anch’essa stranamente di color rosso come il trattorino protagonista.
Che pathos, accidenti!
L’ansia mi è salita immediatamente.
Veniamo a conoscenza di una coppia di anziani, lavoratori sottopagati e al limite della soglia di povertà.
Il lato comico ci viene abilmente fatto notare, la sceneggiatura e la fotografia in questa scena sono sublimi, accompagnando lo spettatore ad un livello di empatia massima con le pale del mulino.
Una vita ingiusta e sempre ad un passo dall’omicidio preterintenzionale.
Dopo esserci rilassati per un breve periodo (un minuto e dodici secondi), la paura si fa largo nel nostro animo in una claustrofobica sequenza che vede protagonista il signor Jones. Rimasto intrappolato dentro il suo trattore, il robusto “BIG BLUE”, viene quasi schiacciato da un grosso silo contenete farina.
La vera natura del’enigmatico Jones non ci viene mostrata per la sua interezza, infatti Stan fugge al richiamo di gran più importante disavventura.
Le strazianti urla di aiuto del signor Jones, mi rimbombano ancora nella mente.
“Aiuto !”, diceva, come se stesse esalando l’ultimo respiro.
Quell’uomo di plastilina è un attore gigantesco.
GIGANTESCO !
Poi, Stan salva un treno dal deragliamento…
Ecco, qui la recitazione del trattorino rosso non mi ha entusiasmato particolarmente.
Certo, la scena era ottima, ma posizionare due scene da cardiopalma, l’una dietro l’altra, risulta “troppo” per la mente dello spettatore; soprattutto per uno che trova qualsiasi scusa pur di non recensire una puntata di The Walking Dead finendo per recensisce tutt’altro.
Non siamo (sono) preparati a tutte queste emozioni di fila dentro un episodio.
Ma torniamo a noi.
Il signor Jones, ormai allo stremo delle forze, viene salvato dalla fusione dei cavalli motore di Trattorino rosso e del tenebroso mezzo d’autosoccorso.
In questo frangente, il testosterone si vede, si annusa, trasuda letteralmente dallo schermo colando sulla tastiera e finendo per sporcare tutta la scrivania.
Un vero casino … da strapparsi le mutande e gettarle contro il video.
La recitazione dell’attore che interpreta Jones, ancora una volta, sommerge tutti gli altri.
Semplicemente maestoso.
Dovrebbero proiettarlo delle sale della scuole di cinema.
Cosa può farti provare un omino di plastilina con un perno in ferro che lo sostiene.
Profonde emozioni.
La puntata si conclude nella gioia più totale e il cuore di noi spettatori viene rincuorato.
Una bellissima scoperta con molte emozioni contrastanti tra loro.
Tutto sommato, una bella esperienza … soprattutto diversa.
E cosa ne pensa il maestro Nicola Furia ?
Michele Borgogni
Alessandro De Felice (defeale)
con la partecipazione straordinaria di Nicola Furia
EPISODI PRECEDENTI