STRAAAP
Cos’è stato? Mi alzo a sedere sul letto di scatto. La luce della Luna entra dalla finestra aperta per il gran caldo di questa notte, e illumina fiocamente la stanza. Non vedo nulla di strano: i libri sono sempre sopra il comodino, la camicia è appesa sulla sedia vicino all’armadio, le stampe dei nostri disegni preferiti sono ancora sulla parete. Nulla sembra essere caduto, tutto appare al suo posto. Mi giro verso mia moglie, ha gli occhi aperti.
Hai sentito? – Le chiedo. Mi guarda con espressione un po’ scocciata.
Ho sentito che ti alzavi di scatto. – Mi risponde – Avrai sognato qualcosa.
No, sono sicuro, ho sentito che…
STRAAAP
Ecco! Ora hai sentito?
Sì. – Si mette seduta anche lei – Sembrava il rumore di qualcosa che viene strappato, ma non capisco da dove provenisse. Forse sono quelli del piano di sopra che fanno casino come al solito?
Non sarà mica il cane?
Se ha mangiato il cuscino giuro che d’ora in poi lo faccio dormire per terra. Vai tu a vedere, per favore?
Sì, certo.
Mi metto in piedi cercando le ciabatte, chissà dove sono finite. Fanculo. Lei si gira dall’altra parte e chissà, forse dorme già. Cerco di fare meno confusione possibile, domani la sua sveglia suonerà molto presto, ha bisogno di riposare. La porta mi sembra più alta del solito, sarò ancora rintontito dal sonno. Percorro il corridoio al buio, il pavimento è morbido e caldo sotto i miei piedi nudi, meno male. Arrivo in salotto ed accendo la luce. Pablo alza la testa e mi guarda proprio come mi aveva guardato mia moglie un minuto fa.
Sì, ora la rispengo, ti lascio dormire.
Il cuscino sul quale è coricato come su un trono è intatto. Il divano pare intatto. Le riviste sul tavolino sono apposto, anche i coprisedia sembrano uguali a come li avevo lasciati. Vado in cucina, ma sembra tutto in ordine anche lì. Qualche piatto sporco nell’acquaio, ci penserò domattina a colazione. Aprò il frigorifero, la luce dentro lampeggia. Gialla, rossa, gialla, rossa, bianca, gialla, rossa. Bah. Prendo il succo di frutta, dalla confezione l’ananas mi fa l’occhiolino. Lo verso in un bicchiere, tredici piccoli ananas in miniatura cadono dentro. Li bevo. Sì, forse sono stati i vicini al piano di sopra, fanno sempre casino. Posso tornare a letto.
STRAAAP
Torno in salotto. Pablo ha alzato la testa, mi guarda con aria sempre più interrogativa, annunsando l’aria come se sentisse qualcosa di strano. La sua seconda testa però dorme, tranquilla. Si, c’è stato quel rumore. Una mattonella si sposta mentre provo a camminare, devo toccare solo le dispari o il percorso non sarà regolare. Vado a fare una carezza a Pablo.
Tranquillo, dormi.
Si rimette giù, ma guaisce appena, come se intorno a lui stesse succedendo qualcosa di strano.
STRAAAP
Riprendo la canoa e faccio il giro attorno al tavolino. Solo quando sono a metà strada mi accorgo che ho usato come pagaia una delle riviste preferite di mia moglie. Gliel’ho bagnata tutta, si arrabbierà. Posso dare la colpa al cane? Vedo ancora la stessa luce lampeggiante, probabilmente ho lasciato il frigo aperto. Ignoro l’attaccapanni che si avvicina cercando attenzioni e torno in cucina. Il frigo è chiuso, è la luce che è uscita, ora come faccio a convincerla a tornare dentro?
Dai, forza, non è così freddo! Vedi, le uova sono ancora lì, e pure l’insalata non si è lamentata. Torna nel frigo, su, prometto che domani ti faccio fare una corsetta intorno al Monte Fuji.
La luce abbassa il muso, ma sembra capire. Tengo la porta del frigo aperta e lei rientra, lenta ma ubbidiente.
STRAAAP
Massimo, cosa sta succedendo? Ti sbrighi?
La proiezione di mia moglie ha mandato una delle sue palpebre a sgridarmi, come al solito. Abbasso la leva dello struzzo ed entro nella catapulta, così farò più in fretta. La piuma mi solletica, lascio lì la terza appendice ma ne trovo subito una che può sostituirla. Hai visto il cacciavite? Si, grazie.
STRAAAP
Nevischio carambola intorno a me, cado in buca 6 insieme al cadavere di un buon Southern Comfort. Il whisky è più forte di quanto mi aspettassi, sono costretto ad abbatterlo.
Arzigogola più tardi, ora è il nome di matrigna!
Cappelletti ci pensiamo domattina.
Pertugi appaiono e scompaiono, mi sento fortunato a provare amore per i suoni ed i colori che mi aspettano a letto, nudi e sensuali come antenati che ti hanno ereditato solo passione. Ora sono eccitato, il risveglio delle bolle cornucopia alterità emotive delle quali non avevo notizia. Ma attento, fantasmi e morti. La tribù dei palmipedi mi circorda, chissà se riuscirò a sopravvivere saltando da una palma all’altra, botte dopo botte, genuflettendomi alla corte degli altari. Dio, quanto la amo. Debbo parafrasare per ricorrere ad uno, due, tre colpi di pistola che fanno esplodere i loro cuori di lava, che ora secernono abisso e frasi di tempo perduto.
Pablo!
Finalmente ricordi!
STRAAAP
Poi la realtà si squarciò definitivamente.
Michele Borgogni