La recensione della decima puntata della settima stagione, a cura di Antonella Cella “jackson1966”.
The Walking Dead continua a preparare il terreno per la sua più importante partita a scacchi: Rick contro Negan.
Lo Showrunner Gimple sta facendo veramente un ottimo lavoro nel piazzare le pedine pian piano sulla scacchiera, usando mezza puntata per farci vedere le mosse di base di Rick, e l’altra metà per un po’ d’azione, che non guasta mai in uno show con un’apocalisse Zombie. Sembra avere ormai perfettamente la situazione in mano. Complice anche il fatto che, finalmente, la AMC ha depistato Kirkman su altri progetti e lo ha messo un po’ da parte.
Non ho mai nascosto che ritengo Kirkman come creatore del fumetto un genio, ma come sceneggiatore della serie un perfetto disastro. I media sono diversi e lui non sa proprio maneggiare bene, secondo il mio parere, i personaggi della serie, molto diversi, in tante caratteristiche, da quelli cartacei. Creando una tale confusione nelle puntate scritte in passato da lui, che Gimple doveva fare un’estenuante fatica per rimettere in carreggiata il tutto.
Ora Gimple sembra avere il pieno controllo creativo della serie e si vede eccome. Essendo lo sceneggiatore che ha sempre scritto le migliori puntate della serie nella sua totalità, la sua mano è ben visibile finalmente.
Un altro “atto di coraggio” di Gimple che ho molto apprezzato in queste ultime puntate, è stato congelare visivamente Negan. Quest’ultimo rimane l’ombra sopra tutto e tutti, il motore di ogni azione di chiunque nello show attualmente, la paura che permea ogni loro movimento e pensiero, ma non si vede in video.
Lo chiamo “atto di coraggio” perché si sa bene quanto i fans amino odiare Negan e amino vederlo interpretare da Jeffrey Dean Morgan (che, voglio ricordarlo, ha appena vinto il Critics Choise Award proprio per questa sua interpretazione). Eppure Gimple, per ben due puntate lo fa sparire dagli schermi, mettendo Rick in primo piano e riportando tutta la nostra attenzione su colui che è, in definitiva, il vero protagonista della serie. E la cosa funziona, perché stiamo ristabilendo quel contatto empatico con Rick che Negan aveva bruscamente rotto, aiutato anche dalle azioni precedenti di Rick stesso, che sembrava essersi trasformato in un Negan 2 a suo modo.
Nella sua ricerca di alleati contro Negan Rick incontra una nuova comunità guidata da Jadis. Una comunità che sembra uscita di peso da Mad Max: si è adattata al nuovo mondo post-apocalittico prendendo ciò che serve loro, senza se e senza ma e correndo il minor rischio possibile. Senza preoccuparsi delle conseguenze o di creare qualche tipo di nuova civiltà, semplicemente per sopravvivere giorno dopo giorno. E Janis è rimasta colpita da Rick proprio perché, con Aaron, è riuscito a portare via le provviste dalla barca circondata da un lago di Zombie. Lei proprio questo aspettava da un bel po’, qualcuno che lo facesse al posto suo.
Sappiamo finalmente chi seguiva Aaron e Rick dalla barca, chi ha obbligato Padre Gabriel a portare via tutto da Alexandria e perché. E sappiamo anche che Rick aveva ragione su di lui. Ora è un alleato prezioso nel quale riporre molta fiducia, pronto anche a combattere fisicamente per il suo gruppo, grazie proprio alla stima che Rick, a differenza di tutti gli altri, ha sempre riposto in lui.
E, preso di peso da Mad Max, c’è anche il combattimento tra Rick ed uno Zombie uncinato, pieno di metallo, in una specie di arena improvvisata tra i rifiuti. Un momento molto trash ma anche rompi-tensione nella puntata.
Rick vince e dimostra a Jadis che può essere un valido alleato contro Negan. Perché anche la sua comunità sta risentendo dell’attività predatoria degli uomini di Negan. In fondo in questo sono avversari, anche se il gruppo di Janis lo è in maniera molto meno aggressiva e, soprattutto, tende a fare baratti.
E proprio un baratto finirà per fare con Rick: armi e una parte del cibo in cambio dell’aiuto contro Negan. E, guarda caso, Rick si rivolge proprio a Tara per chiederle se può portarli a delle armi in gran quantità. Perché sappiamo benissimo che Tara sa dove sono ed evidentemente anche Rick sospetta qualcosa (ricordate il gruppo di sole donne colpito da Negan tanto crudelmente?).
Quindi un altro pezzo della scacchiera dalla parte di Rick è stato posto e, grazie a Tara, ho l’impressione che presto se ne aggiungerà un altro.
Ma la capacità di Gimple di far muovere i suoi personaggi come pochi sanno fare la si vede nell’interazione tra i due beniamini del pubblico, Carol e Daryl.
Grazie anche alla chimica incredibile che c’è tra i due attori quando sono insieme sullo schermo, la parte della puntata che riguarda loro due è semplicemente fantastica. Daryl, in presenza di Carol diventa tutta un’altra persona, si apre come con nessuno ed esprime tutte le sue emozioni anche fisicamente. Emblematico il suo “ok adesso basta” quando Carol lo abbraccia all’inizio, per poi correre lui stesso ad abbracciarla quando sta per andarsene. Il macho che conosciamo con Carol diventa completamente tenero e molto protettivo. Lo scopre a sue spese anche Richard, che nel suo disperato tentativo di spingere Re Ezekiel a far guerra a Negan, cerca di far uccidere dagli uomini di quest’ultimo qualcuno al quale il Re tiene molto e, per sua sfortuna, sceglie proprio Carol e lo dice proprio a Daryl, al quale Morgan aveva nascosto la sua presenza per rispettare la volontà di isolamento espressa più volte dalla stessa Carol.
Diciamo solo che non avrei voluto essere nei panni di Richard quando Daryl capisce chi vuole fare uccidere e che spero per lui che non venga neanche un raffreddore a Carol, altrimenti sarebbero guai grossi veramente!
Ma l’atto d’amore e di rispetto più grande Daryl lo fa proprio nascondendo all’amica che Abraham e Glenn sono stati uccisi da Negan, perché sa che lei tornerebbe immediatamente in campo con lui e Rick per combattere e uccidere Negan, ma sa anche che così perderebbe sé stessa o quel poco che ne rimane. Daryl la ama troppo per permettere che questo accada. Rinuncia così all’alleato più prezioso di tutti per uccidere colui che odia come non ha mai odiato nessuno. E lo sappiamo bene anche noi, per questo amiamo ancora di più Daryl dopo questa puntata, perché ha messo Carol prima di sé stesso e di tutto il resto. Averne di amici così al mondo!
Ora Daryl tornerà ad Hilltop, ma spinge molto con Morgan perché “si svegli” e capisca che bisogna combattere, scendere al livello infimo del nemico quando sei “in guerra”, proprio per ristabilire i propri superiori valori morali. Ciò che temo è che si avveri la profezia di Richard: dovrà morire qualcuno a cui Re Ezekiel tiene tanto perché quest’ultimo entri in guerra con Negan? E quel qualcuno sarà Benjamin, il suo prediletto? Quello verso il quale ha un debito d’onore perché il padre è morto in una missione? Contro gli Zombie dice lui, ma temo invece che sia successo per mano di Negan, come monito al Re stesso. Il suo senso di protezione verso il ragazzo è troppo forte e deciso per essere dovuto ad un senso di colpa così “banale” in un’apocalisse Zombie. E ammetto che Benjamin mi è entrato nel cuore rapidamente, così come Gimple ha fatto di tutto perché ci succedesse.
Carol sarà il pezzo definitivo della scacchiera di Rick, perché è chiaro che alla fine saprà tutto ed entrerà in modalità vendetta, sfortunatamente per Negan!
Ma per ora le pedine sono altre da sistemare: Hilltop, The Kingdom e Rosita. Perché nello scontro verbale con Tara si è capito chiaramente che quest’ultima non ha più voglia di aspettare che la scacchiera sia pronta, e questo potrebbe causare guai grossi a Rick and company.
Antonella Cella “jackson1966”
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