SINOSSI
Invasione Zombie a Campo Ascolano.
Romanzo post-apocalittico ambientato sul litorale romano di Campo Ascolano.
Utopia distopica di sopravvivenza ed amore.
Road book musicale che affronta il tema della desolazione e della solitudine post-apocalittica, laddove l’unica consolazione possibile ancora una volta è solamente l’amore.
Editore: Essere Avvocati; 1° edizione (13 dicembre 2016) . ASIN: B01N0QU39V.
Venduto da: Amazon Media EU S.r.l. Prezzo: 3,30 €.
La nostra recensione
“In un solo istante ebbi incredibilmente la consapevolezza di aver finalmente trovato quello che cercavo da una vita. Lo yin e lo yang, l’anima gemella, l’altra metà, lo specchio delle mie emozioni” (S. M. Mancusi).
“una salus victis: nullam sperare salutem” [una sola salvezza resta ai vinti, non sperare nella salvezza](Virgilio, Eneide, II, 354)
Le due frasi in calce rappresentano in pieno l’essenza di questo libro. Il coraggio della disperazione, decantata da Virgilio nella vana e strenua difesa di Troia, unita alla forza rinvigorente e prorompente dell’amore. Secondo l’autore gli unici stimoli veramente efficaci a cui l’uomo deve aggrapparsi per non soccombere sia nel corpo che nell’anima. Attraverso questi sentimenti l’umanità trova la forza di combattere ferocemente per affermare la sua storia, il suo posto nel mondo e non divenire un ricordo sbiadito nella millenaria memoria dell’evoluzione.
La storia, come si evince dal titolo, è il primo pezzo di una trilogia; in questa prima parte iniziamo a conoscere i protagonisti che tra mille peripezie, tra tanti alti e bassi, tra disperazione e improvvisi slanci di ottimismo, si incontrano ed iniziano insieme un viaggio alla ricerca di una relativa normalità e sicurezza in un mondo ormai vittima di un’infezione.
Più che zombie classici, qui abbiamo a che fare con infetti che sono un mix tra quelli presenti in “WWZ” e quelli di “Io sono leggenda”. Infetti che hanno una grande repulsione per la luce e l’acqua di mare (perché, poi, non è comprensibile). Qui, non essendo gli infetti effettivamente morti, se non mangiano – ovviamente carne umana non infetta – si deteriorano, ma non si comprende se muoiano o no.
Nel complesso la storia non è male, anche se non è proprio una novità. Interessante invece è l’uso nelle varie battaglie non di armi convenzionali lunghe o corte che siano, ma quello di fucili e pistole ad acqua, ovviamente salata. Aspetto che mi ha fatto sorridere non poco e onestamente non sono riuscito a dare un senso a ciò.
In questa prima parte l’autore ci catapulta in mezzo alla storia senza prepararci o darci un minimo di avviso, tutto inizia, e successivamente finisce, così d’improvviso, senza una logica e senza un perché. Si ha la sensazione di entrare in un cinema, di calzare gli occhiali 3D e iniziare a vedere un film non dall’inizio ma direttamente nella prima scena di azione. Sensazione che in tutta onestà a me non è spiaciuta, ma che farebbe storcere il naso a molti.
Poi c’è l’amore che, come la carità della dottrina cristiana, “tutto vede, tutto spera, tutto comprende, tutto sopporta”, che come dicevamo impedisce all’uomo di divenire preda dei suoi istinti, bestia tra le bestie.
Attraverso l’amore, Eros Philia o Agàpe che sia, gli uomini si riconoscono come membri di una stessa famiglia e si aiutano vicendevolmente. Non esiste straniero o sconosciuto ma semplicemente l’uomo e a esso occorre dare tutto l’aiuto possibile affinché non soccomba.
Tesi questa che personalmente non mi trova per niente d’accordo e che francamente reputo troppo ottimistica.
Non si sono evidenziati refusi ed errori, e anche la forma grammaticale, punteggiatura compresa, è corretta e stilisticamente gradevole. Mai una frase è troppo lunga o al contrario troppo corta. Insomma: è scritto bene.
La descrizione dei luoghi è fantastica, efficace, così come le tante citazioni di autori classici e personaggi famosi più o meno contemporanei. Anche alcune spiegazioni storiche sono molto belle e funzionali a far chiarezza a ciò che si sta leggendo. Non sono messe lì a caso ma hanno un funzione, che sia di spiegazione, che sia di descrizione.
Stessa cosa non può dirsi dell’impaginazione. È un disastro, amatoriale, non fatta da qualcuno che è del mestiere. Questo è un vero peccato perché sminuisce non poco la forma generale del libro.
Altra nota molto negativa è il prezzo. Troppo, ma veramente troppo alto per un prodotto che si legge in due ore.
In conclusione non me la sento di consigliarlo o sconsigliarlo. Utilizzando come parametro il rapporto prodotto prezzo direi proprio che non ne vale la pena. Al momento il giudizio rimane sospeso in attesa di leggere gli altri capitoli della trilogia per capire come l’autore sbrogli la matassa. Troppi interrogativi sono nati, troppi dubbi non dipanati.
Igor Zanchelli