Se le armi chimiche fossero messe al bando, tutti quanti noi diremmo: giusto, finalmente! Ma se invece una chimica aggressiva rappresentasse l’unica soluzione per fronteggiare gli zombie, ovvero quelle persone infettate da un virus capace di trasformarle da umani a predatori voraci, violenti ed instancabili?
Tutti i moderni studi di strategia militare dimostrano che le armi atomiche sono da considerarsi obsolete. Sono figlie ormai decrepite della guerra fredda, per nulla funzionali al raggiungimento di nessun obiettivo concreto che sia diverso dall’annientamento di tutto ciò su cui si abbattono, generando solo l’olocausto totale. Funzionali solo alla dimostrazione di “chi ce l’ha più lungo”, ma a conti fatti nessuno sano di mente si sognerebbe di usarle veramente. Infatti la distruzione delle infrastrutture e il perdurare nel tempo della scia di morte a causa delle radiazioni, renderebbero inabitabili per moltissimi anni le zone colpite, e se usate in larga scala la zona invivibile sarebbe l’intero nostro e unico pianeta, la vecchia e amata Madre Terra. Quindi un eventuale vincitore (ci sarebbe?) non se ne farebbe niente di una landa desolata e contaminata.
Inoltre, dopo aver approfondito la questione attraverso lo studio di numerosi romanzi, saggi e produzioni cinematografiche e videogames, in caso di infezione da virus Z, la contaminazione da raggi gamma potrebbe addirittura rendere ancora più forti i nostri “amati” e allo stesso tempo temuti non-morti, In teoria potrebbero anche verificarsi notevoli miglioramenti nei movimenti da parte dei soggetti esposti a radiazioni e un rallentamento del decadimento cellulare cerebrale con un aumento delle funzioni neuronali a livello di esseri senzienti.
Quindi, senza ombra di dubbio, l’arma chimica possiede un potenziale altamente superiore rispetto all’atomica in termini di vantaggio concesso ai sopravvissuti e le seguenti motivazioni lo dimostrano:
- Rapidità dell’effetto: bastano pochi istanti dal rilascio delle tossine/virus/batteri in formato di gas, liquidi o gel, affinché si manifestino i primi sintomi con effetti letali.
- Volatilità del principio attivo tossico: normalmente l’agente contaminante si dissolve da solo rapidamente e comunque l’ambiente infestato risulta facilmente sanificabile.
- Assenza di distruzione dei luoghi interessati: le aree decontaminate consentono il rapido riutilizzo delle strutture necessarie al ripristino di una vita cosiddetta normale.
- Sicurezza nello smaltimento delle scorie: i corpi dei non-morti dopo la neutralizzazione sarebbero gestibili senza il rischio di aggressioni, contenendo di fatto il rischio che l’agente patogeno Z si diffonda di nuovo.
Quali agenti chimici si prestano meglio?
Sicuramente i gas nervini come il Tabun (C5H11N2O2P) o il Sarin (C4H10FO2P), entrambi sviluppati per primi dagli scienziati nazisti sul finire degli anni ‘30 e poi perfezionati dagli USA grazie al reclutamento dei tedeschi, sono da considerarsi i migliori per il nostro scopo, infatti fanno parte della famiglia dei neuro gas per la loro attività neurotossica sistemica. Appartengono alla categoria degli anticolinesterasici e agiscono bloccando, di fatto, le giunzioni neuromuscolari, tutte le sinapsi nervose che contengono tale enzima, e tutti i tessuti collegati a neurotrasmettitori. La paralisi mortale si manifesta in un paio di minuti dal contatto con l’agente chimico.
Sono facilmente impiegabili?
Si possono utilizzare sotto forma di gas, vapore, liquido o gel. Ovviamente la migliore modalità d’impiego è rappresentata da quella che riesce a coprire il più possibile la zona interessata: le testate missilistiche con scoppio dall’alto permettono la diffusione a distanza e sono sicuramente ciò che può garantire il miglior risultato; in alternativa l’utilizzo di aerei con serbatoio a dispersione potrebbero servire a neutralizzare zone in modo più preciso evitando magari di coinvolgere anche eventuali sopravvissuti. Naturalmente, la mancanza di contraerea da parte del nemico non-morto, rende sicuri questi interventi.
Punti deboli ne abbiamo? Abbastanza per farci preoccupare, comunque…
Il principale problema nell’utilizzo delle armi chimiche è rappresentato dalla delicata fase di produzione dell’agente chimico, irrealizzabile con mezzi di fortuna o in situazioni approssimative che sarebbero invece la normalità in caso di epidemia zombie; quindi o si sono fatte scorte prima oppure immaginiamo che dopo potrebbe essere quasi impossibile riuscire a produrre tali sostanze.
Purtroppo la rapidità di propagazione del virus da debellare, potrebbe rendere impossibile anche il raggiungimento dei magazzini di stoccaggio delle armi chimiche accumulate prima del contagio.
In conclusione possiamo solo sperare che sopravviva qualcuno del Governo in grado di utilizzare tali armi e ne faccia buon uso… non ridete, lo so che ho detto una cazzata.
Luca Pennati