Il tesoro del brigante Zucchina.
Tratto da Psycho Zombie Horror Show vol. II
di Nicola Capocchia*
Eppure le premesse di Matt erano state queste: «Nicola, stasera sei mio ospite, fanculo la psicologa, fanculo Nick, fanculo i peli. Andiamo in quel pub frequentato da quelle adorabili fanciulle universitarie e vedrai che stasera peschiamo»
«Spero non sia un pescato rancido»
«Stasera sarò brillante e vedrai, non te ne pentirai…»
Volevo solo bere una birra ed invece: «Rinchiudetelo con Carla Marso, questo mi puzza».
Il fatto che puzzassi, lo sostenevo già da tempo, da ieri sera per la precisione. Non è stata colpa mia. Matt mi ha letteralmente spinto nel peccaminoso mondo della perversione alcolica. Non aveva superato il problema del rifiuto e dell’abbandono, nonostante le violente sedute psicoterapeutiche. Ieri sera ha dato fondo a tutti i suoi risparmi, alternando fasi di estrema esaltazione a momenti di assoluto mutismo. Un mix allucinatorio di cocktail, Red Bull, canne, ancora Red Bull, ricrescita del capello e atti di machismo erano il pepe della poltiglia esplosiva.
Catturati e buttati in gattabuia, altroché fanciulle, appostamenti, pub, cianfrusaglie della pesca, solidarietà tra uomini e donne, bontà e pensieri di gratitudine. Un bitorzolo sulla tempia mi ricorda che sono stato incaprettato e buttato in cella.
Nel letamaio della prigionia mi fa compagnia una splendida e logorroica self-made dell’establishment dell’alta finanza.
«Hey tu, come ti chiami, io sono Carla, mi hanno fermata in un supermarket mentre taccheggiavo. Io mi occupo di economia, sono fautrice del lean management, insomma produzione snella, sono a capo dell’equipe che sviluppa i sistemi per migliorare la vita dei nostri dipendenti, attraverso l’ottimizzazione delle prestazioni, i subalterni in pratica devono lavorare in condizioni di enormi libertà. Il lunedì per esempio gli impiegati hanno diritto a una lezione di yoga, non che sia gratis, per carità, si decurta un 50% della seduta dalla busta paga del lavoratore. Vere e proprie carinerie padronali per far sovra-produrrei nostri schiavi opsi nostri lavoratori. Cinquecentomilioni di fatturato annuo, duemilacinquecento dipendenti, otto fabbriche di preservativi preconfezionati in tutta Italia, in barba alla chiesa cattolica, come vedi sono anch’io un rivoluzionaria, non guardarmi con quell’aria truce e schifata»
«Carla sei stata sorpresa a taccheggiare in un supermarket, non mi raccontare cazzate. Ho solo un forte mal di testa, ho voglia di dormire, ne parliamo all’uscita da questa tana»
«Nonostante io sia la causa primordiale dell’avanzamento dell’insanabile ottusità degli esseri umani, ovvero inseguire pezzi di carta filigranata denominata denaro come bavosi segugi e portarli in bocca al proprio capo, sua maestà Mr. Capitalismo…».
«Comunque sono Nicola, ti evito di dire il cognome. Il mio amico che sta delirando si chiama Matt Ballettieri. Carla, ti prego, ne parliamo all’uscita».
Matt farneticava: «Mi manca il mio passato, Carla ricordi la voce metallica del venerdì mattina in un orario alquanto insolito, dopo il primo impronunciabile sbadiglio appesantito dalle uova marce decomposte della notte: “Donne è arrivato l’arrotino, arrotiamo forbici, coltelli”. Donne è arrivato l’arrotino, se la vostra cucina fa fumo, noi la liberiamo, e tu amore mio che mi sorridevi, invitandomi a liberarmi la bocca di merda con spatole di metallo».
Carla continuava a bombardarmi di notizie della sua vita privata, aneddoti dell’azienda per cui lavorava, giustificando il suo “arresto” come una reazione al senso di soffocamento che le procurava la sua monotona e ripetitiva vita.
«Nicola, sono anche appassionata di storia e ho avuto sempre una particolare attrazione verso le vicende del brigantaggio, delle loro leggendarie scorribande nelle città governate dai borghesi e dall’aristocrazia e in questi giorni ho fatto una scoperta… credo di sapere dove si nasconde il tesoro del brigante Zucchina».
«Guarda il caso, è incredibile che tu lo accenni a me, perfetto sconosciuto. Senta Signora, mi lasci in pace».
Matt al solo odore di una improvvisa ricchezza, ripresosi immediatamente dal delirio…
«Ehm Carla, raccontami tutto, sono estremamente affascinato dal tuo racconto»
«Ben ritornato alla realtà caro Matt»
«Quindi voi due vi conoscete»
«Nicola torna a dormire che è meglio» disse un rinvigorito Matt.
«Mia sorella Giada, giorni fa ha scoperto in un anfratto una vetusta pergamena, proprio a pochi chilometri dalla nostra città, durante la demolizione di un vecchio rudere di campagna di sua proprietà. Il testo del vecchio documento dice… ludictu tesauro trovasi…».
Al solo pensiero dei guai in cui stava per portarci Matt, credo di essere svenuto, Carla non l’ho più trovata nella cella…
Matt mi sussurra nell’orecchio: «Nicola se tutto va bene saremo milionari. Io tu Nick Carla e Giada, saremo milionari!».
Sono svenuto nuovamente.
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*Nicola Capocchia è giornalista della Gazzetta del Popolo, redattore del magazine ilovezombie.it
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