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DIETRO LE QUINTE

Netflix

di Antonella Cella

 

Oggi vi voglio parlare di Netflix.

Ho atteso per anni l’arrivo della piattaforma di streaming più famosa al mondo e in Italia, e appena arrivata ho immediatamente fatto l’abbonamento.

Come mi auguravo, mi si è aperto uno scrigno di meraviglie. Vecchie e nuove.

Sapevo che in Usa aveva modificato pesantemente il modo di usufruire della televisione da parte degli utenti e che quindi lo avrebbe fatto anche qui in Italia. E così è stato. Volenti o nolenti gli altri servizi si sono dovuti adeguare alla sua presenza e concorrenza spietata.

Quindi tutto bene? Purtroppo, come avrete notato, recentemente sembra che qualcosa non funzioni più come prima. Maledetta Netflix!

Con l’aumento delle serie autoprodotte, ritengo che sia persino fisiologico un minimo di diminuzione della qualità eccellente (a cui ci aveva abituati agli inizi), ma che ci fosse anche qualche cancellazione di varie serie e programmi, solo dopo la prima stagione, non me lo sarei mai aspettata.

Così come l’evidente abbassamento della qualità di alcune serie prodotte rispetto alle scelte iniziali.

E risulta difficile capire il perché delle valutazioni fatte, visto che Netflix non comunica ufficialmente i dati degli ascolti delle sue serie.

Ora arriva anche la notizia “più pesante” da gestire sul piano pratico per il network. Disney, con cui aveva un contratto in esclusiva per la divulgazione dei suoi prodotti, ha deciso di creare una sua piattaforma di streaming, non rinnovando quindi per il 2019 l’accordo con Netflix.

A sua volta Netflix, per soprammercato, ha acquistato la Millarworld, creata da fumettista Mark Millar, creatore di Wanted e Kick-Ass. Ne trarrà ovviamente delle serie tv e film, ma questo non basterà a compensare la perdita di un colosso come Disney.

Ora Netflix sta cercando un accordo suppletivo con la Disney stessa, che però sembra decisa a non mollare.

Come immediato risultato della vicenda, c’è stata una netta diminuzione del valore delle azioni Netflix in Borsa, anche per i 20 miliardi di dollari di cui risulta debitrice alle Banche per supportare i suoi investimenti. Tutto nella norma a questi livelli, ma certo l’abbandono di Disney non ha aiutato la situazione.

Quindi, riassumendo, il giocattolo perfetto si è rotto?

Facciamo due considerazioni su eventi che si stanno muovendo dietro le quinte un attimo prima di decidere.

Bob Iger, storico Ceo di Disney doveva andare in pensione nel 2018. Improvvisamente, proprio per queste scelte importanti fatte da Disney stessa, ha spostato al 2019 il suo pensionamento.

Il suo più probabile sostituto sembrava essere proprio il Ceo e coproprietario/fondatore di Netflix, Reed Hastings. Che, ovviamente, avrebbe portato Netflix in seno alla Disney, dandole così una piattaforma streaming perfettamente oliata e ben avviata, un’espansione…

Ma improvvisamente Apple ha deciso  di essere interessata ad acquistare azioni di maggioranza di Netflix, rompendo le uova nel paniere sia a Disney che a Netflix stessa. Proprio in questo mese, all’assemblea degli azionisti Apple, il suo Ceo farà dichiarazioni al riguardo.

A questo punto viene da chiedersi se questa discesa del valore delle azioni di Netflix non sia “pilotata” così come l’improvvisa decisione di Iger di abbandonarla, cioè colui che l’ha causata.

Ovvio che ora Netflix risulti molto meno appetibile per la Apple, che la vede solo come un investimento.

È altrettanto ovvio che il Ceo Netflix sarebbe più che contento di diventare Ceo di una multinazionale come la Disney, attualmente la più potente e ricca nel mondo dell’entertainment.

Quindi, come vedete, molte volte, dietro a quelle che ci appaiono come “follie” ingiustificate ci sono motivazioni economiche e manovre “politiche” interne alle aziende ben precise e tattiche.

Sono curiosa di vedere come andrà a finire la cosa. Io, ovviamente come sempre, tifo Disney.
 


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