Pronto soccorso Alieno
Gorgheggiando acutamente per il dolore, il fibreniano barcollò nell’infermeria di bordo stringendo il braccio, alto a destra, con le mani che aveva in alto e in basso a sinistra.
Il Dottor Nick Salvin indossò il traduttore simultaneo. Il suo discorso doveva essere semplice e chiaro. Una traduzione errata delle parole avrebbe potuto avere conseguenze fatali.
“Salve signore, qual è il problema?”
Un altoparlante a muro urlò grugniti e urletti misti a gorgheggi, un’interpretazione delle parole del Dott. Salvin nella lingua di Fibren terzo pianeta della Costellazione del Liri nel settore dei Mondi Esterni.
Il fibreniano abbaiò una risposta, mentre si contorceva dal dolore. Tuttavia una formale voce maschile arrivò tradotta nell’auricolare del dott. Salvin: “E tu saresti un medico? Oppure hai un problema con la vista? Eppure i tuoi baffi dovrebbero aiutarti a emettere la diagnosi più corretta. Mi pare ovvio che sia il mio braccio a causarmi dolore.”
Gli abitanti di Fibren erano conosciuti per la loro schiettezza. A questo atteggiamento corrispondeva il loro aspetto fisico, le caratteristiche della lucertola e gli occhi rossi profondi non favorivano un’espressione calorosa.
Nick non si offese e mantenne la calma. Filosofie e atteggiamenti diversi facevano tutti parte del lavoro in un ambiente inter-specie. “Certo signore, per favore, si accomodi sul lettino e le darò un’occhiata.” La dolcezza del tono di Nick si tradusse in rumori duri e persino minacciosi provenienti dall’altoparlante, totalmente in contrasto con le intenzioni del medico. La lingua di Fibren non sembrava fare sottigliezze. Il paziente vomitò altri grugniti e gargarismi mentre si conformava alla richiesta del dottore.
“Posso chiedere se sei da solo in turno oggi?” La domanda sorprese Nick. “Signorsì, ma le assicuro che sono completamente addestrato per quanto riguarda la sua fisiologia.” Un altro orrendo frastuono emanato dagli altoparlanti.
Nick era stato assegnato come ufficiale medico a bordo del vascello minerario Broccostar da alcune settimane ed era al suo primo incarico all’esterno della Via Lattea. L’astronave era specializzata nel settore minerario e si trovava presso la cintura di asteroidi distante circa trenta parsec da Fibren. Era uno dei più antichi vascelli galattici del suo genere. Purtroppo, gran parte della sua attrezzatura era obsoleta, quindi il tasso di incidenti era abbastanza alto, anche se per fortuna del Dottor Salvin non era successo niente di grave dal suo arrivo. La struttura era anche stata una delle prime a introdurre un ambiente di lavoro “interspecie” poiché credevano di migliorare le relazioni intergalattiche. Era stato il padre di Nick a farlo arruolare diversi anni prima per lavorare in un simile ambiente. “Vedi l’universo”, aveva detto. “Incontra nuove specie interessanti e scopri le culture di altri sistemi solari”. Ora tutto questo si stava realizzando anche se molto di ciò che Nick aveva imparato fino ad ora era confusionario, spaventoso o addirittura frustrante. In particolare gli umani e soprattutto i nuovi arrivati, non erano ben visti dal contingente di Fibren presente sulla mineraria. E purtroppo questi lucertoloni costituivano la maggioranza, in particolare nelle posizioni di comando e questo rendeva ancora più complicato il lavoro all’ufficiale medico.
In pratica la cultura Fibreniana vedeva l’umano Nick in un modo che si potrebbe tradurre in qualsiasi lingua della Terra con “forma inferiore”. Tuttavia il valido dottore non si demoralizzò. Intanto apprese che, per avere la possibilità di salire la scala sociale, sarebbe stato necessario un’identificazione da parte di una cosiddetta “forma superiore”, che fondamentalmente significava da chiunque altro presente sul vascello. Nick aveva pensato che essere il medico di bordo lo avrebbe messo in una posizione migliore, ma i fibreniani vedevano solamente quel suo essere “umano” piuttosto che la sua professione. Stava quasi per cedere per passare a maledire i fibreniani per quelle loro credenze e tradizioni! Ma si trattenne.
“Allora, come ti chiami?” chiese il dottore. Per i nomi, non essendoci traduzioni ci si affidava al suono che veniva interpretato dall’interprete ed era restituito nell’auricolare che semplicemente ripeteva il ruggito del fibreniano con toni più tenui. Suonava un po’ come “Defeal”.
“Ok, Defeal, vediamo questo infortunio.” Inaspettatamente, il fibreniano lottando contro la riluttanza dettata dalla sua natura, permise al dottor Salvin di esaminare la ferita. “Le soprese continuavano”, pensò Nick. Si trattava di un piccolo squarcio, sanguinante, non grave ma l’infiammazione circostante senza dubbio causava sofferenza. Nick ringraziò il fatto che, di qualunque specie si trattasse, il sangue era quello che era. Le sue proprietà, il suo colore e il suo scopo erano gli stessi, solo con piccole deviazioni. L’anatomia variava ma il sangue rimaneva sangue. “Dimmi cos’è successo.” Defeal lavorava nell’estrazione di minerali come un tagliatore di asteroidi. Un inaspettato calo di concentrazione lo aveva visto sparare una raffica laser nella direzione sbagliata facendo rimbalzare il raggio sulla tuta protettiva. Fortunatamente il laser aveva solo sfiorato il braccio. Qualche centimetro in più e l’arto sarebbe stato reciso. Nick tastò delicatamente la parte circostante all’abrasione. “Fa male?” Defeal si allontanò con un ululato. Non fu necessaria alcuna traduzione. Il Dottor Salvin si scusò ma fece capire che doveva continuare “Bisogna fermare l’emorragia.” Tentò di posizionare un tampone sterile sulla ferita ma Defeal si ritirò di nuovo. Le mani, superiore e inferiore sinistra, scattarono rapidamente ad afferrare il polso del medico cercando di proteggere l’arto ferito. Qualsiasi contatto causava dolore. Era necessario un anestetico. Per la somministrazione il dottor Salvin aveva bisogno di sapere qualcosa sulla storia medica di Defeal. Prese il suo scanner portatile da una scrivania vicina. “È da tanto che lavori nel settore dell’estrazione di minerali?” Il fibreniano affermò di essere sulla Broccostar da dodici anni. Nick pensò che fosse insolito che un dipendente così esperto avesse commesso un tale errore con un tagliatore laser, considerata la reputazione della specie per la professionalità metodica. Nick inserì il codice a barre sul badge identificativo di Defeal con il palmare. Il dipendente non aveva precedenti di allergie e non era attualmente in terapia. Questo aiutò il dottor Salvin a scegliere l’anestetico: Calmograppa 75°. Una tossina alcolica che avrebbe innescato i sensori di piacere del cervello, dando così al paziente una sensazione di serenità e chiudendo i recettori del dolore da qualsiasi parte del corpo. Con il dosaggio giusto il fibreniano avrebbe lasciato fare a Nick qualsiasi cosa desideri con il braccio ferito. Caricò una siringa con ago da squame e pose le solite domande formali prima di somministrare il farmaco. “Ti sei sentito male o svenire di recente o hai consumato qualcosa di inebriante in grandi quantità?” Probabilmente la traduzione doveva sembrare particolarmente strana a Defeal che lo guardò infastidito “No. Mi aiuterai o le domande stupide continueranno?”
Il dottor Salvin rassicurò il paziente. “Certamente, prima però, qualcosa per togliere il dolore.” La Calmograppa venne iniettata nel braccio destro in alto di Defeal. Ci sarebbero voluti solo alcuni secondi affinché la droga producesse gli effetti. Il fibreniano era scettico. “Sei sicuro che non ci sia un altro dottore in giro che possa…” Il ringhio di Defeal cessò. A bocca aperta, il paziente di Nick improvvisamente ondeggiò, il rosso dei suoi occhi si fece cupo mentre fissavano il vuoto davanti a sé. Nick fece accomodare il fibreniano in una posizione sdraiata sul letto. “Adesso rilassati, la ferita verrà rimarginata in pochissimo tempo.” Defeal rispose, il suo ringhio ora faceva le fusa. Le fusa vennero tradotte come “Grazie.” “Prego.” Nick si mise al lavoro fasciando la ferita, Defeal era ipnotizzato dalla manualità del dottore. Nick sentiva di meritarsi un drink per il modo in cui aveva mantenuto la professionalità di fronte a un paziente così caustico. Sfortunatamente tale ricompensa avrebbe dovuto essere consumata nella privacy della sua cabina. Alle ‘forme inferiori’ non era permesso frequentare il Ponte Divertimento della mineraria che era ad uso esclusivo dei lucertoloni. Defeal continuava a fare le fusa. “Mi dispiace per essere stato cattivo prima, devo confessarti che mi piacciono gli umani, e tu un particolare con quei meravigliosi baffi, lo sai?” Il commento sorprese e divertì il dottore. “Grazie mille.” La mano destra in basso di Defeal iniziò ad accarezzare delicatamente la gamba di Nick. “Ad essere onesti, penso che tu sia proprio molto carino.” Ora il Dottor Salvin si stava sentendo leggermente a disagio. Se era possibile che gli scambi verbali fossero stati male interpretati, il contatto fisico, invece, non lasciava spazio a dubbi. Forse era solo qualcosa di innocuo che i fibreniani facevano a coloro che li avevano aiutati, forse faceva parte anche questo della loro cultura? Oppure Defeal aveva intenzioni amorose? Nick tolse la mano di Defeal dalla sua gamba e si voltò per andarsene. “Beh, è molto carino da parte tua dirlo ma…” Defeale afferrò Nick per un braccio e lo tirò a sé, in un attimo lo aveva avvinghiato con le tre braccia libere e con la coda gli era scivolata sotto al camice da medico e lo strusciava sulla schiena. “Oh, dammi un abbraccio!!!” Nick non si sentiva poi così tanto abbracciato ma piuttosto schiacciato. Il fibreniano era ancora incredibilmente forte nonostante il sedativo. Alla fine Nick riuscì a liberarsi dalla morsa e chiese di nuovo al suo paziente di adagiarsi sul letto. “Grazie mille ma devi riposare per qualche istante”. La reazione del fibreniano lo aveva lasciato sconvolto. voleva capire come mai si fosse comportato in quel modo.
“Va bene se canto?” Una richiesta insolita ma Nick non ci vide nulla di male. “Certo, non essere troppo rumoroso.” Questa poi, era una novità, non aveva mai sentito cantare i lucertoloni. potrebbe essere che? no sarebbe assurdo, eppure… “Defeal, posso farti un esame del sangue? voglio capire questa reazione anomala all’anestetico”. Defeal fece dei gorgheggi. “Fai pure caro” fu la traduzione. Sempre peggio.
Mentre il dottore si apprestava a prendere un kit per il test del sangue, Defeale irruppe in un ringhio che aveva del melodioso ed emise dei sibili allungati, il traduttore iniziò a raccontare la storia di un amore a lungo cercato e finalmente trovato. Il Dottor Salvin si fermò un attimo ad ascoltare e rimase decisamente perplesso. Il comportamento di Defeale poteva essere semplicemente colpa del Calmograppa 75°, ma Nick non aveva mai visto una reazione così estrema. Inoltre, la dose somministrata avrebbe dovuto indebolire il paziente, cosa che in quest’occasione non era assolutamente avvenuto. C’era qualcosa di sbagliato! “Ho solo bisogno di un campione, mi sentirai pochissimo”. Per un secondo Nick temette che la sua seconda affermazione sarebbe stata tradotta in qualcosa di imbarazzantemente diverso. Defeal si fermò brevemente dal cantare. “Fai quello che devi amico mio.” Il Dottor Salvin inserì l’ago sotto la squama ascellare e prese il campione. Defeale rise. “Mi fai il solletico.” Riprese a cantare, il traduttore raccontava la posizione in cui era stato sperimentato il primo vero amore. Nick mise la provetta di sangue all’interno dell’analizzatore istantaneo e attese i risultati. Due minuti dopo il dottore si sentì cadere la mascella. Defeal era incinto!
* * *
Il Dottor Nick Salvin bevve la sua grappa barricata che teneva in serbo per le occasioni importanti; poter ridere in compagnia degli amici sotto il pergolato nei pressi dell’Oasi, angolo di paradiso poco distante dalla casa di Defeal su Fibren. Era ben diverso dal primo benvenuto che gli avevano riservato appena salito a bordo della Broccostar settimane prima. Nick aveva ragione. Defeal era davvero gravido. Di conseguenza entrò in gioco la tradizione fibreniana. Defeal lo aveva portato a conoscere la sua famiglia, dopo avergli fatto impiantare il traduttore a laringe in modo da poter parlare liberamente nella lingua locale. Inoltre, doveva essere rispettata l’usanza locale che prevedeva la nomination ovvero: il padre di un fibreniano da qualunque mondo arrivasse, anche il più remoto, diventava lui stesso fibreniano e aveva il diritto di scegliere il nome del nascituro.
In fin dei conti non gli era andata male al dottor Nick Salvin, da medico terrestre un po’ spaesato e poco considerato su una mineraria in mezzo agli asteroidi a membro rispettato della comunità fibreniana con il suo prossimo figlio che avrebbe rappresentato uno step fondamentale per l’evoluzione interspecie della sua nuova patria.
Defeal, non poté brindare a causa delle sue condizioni ma fu felice di concedergli l’onore di nominare il loro figlio. Si fece largo in mezzo a familiari e amici che si erano radunati per l’occasione all’Oasi e si avvicinò al suo compagno. “È arrivato il momento. Come intendi chiamarlo?” disse con dei brevi gargarismi. Nick emettendo un potente ululato rispose: “lo chiameremo GODZILLA!”. Gli amici, parenti e soprattutto Defeal esplosero in strilli di gioia.
Luca Pennati
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