Viviamo in un paese cattolico, dove l’educazione religiosa è diventata socialmente necessaria. Per quanto mi riguarda, gli obblighi del protocollo cristiano, assieme allo studio “matto e disperatissimo” della storia, non hanno fatto altro che alimentare il mio profondo scetticismo e l’insofferenza nei confronti delle istituzioni. Sia ben chiaro, non voglio urtare la sensibilità di chi ancora, crede o (spera) nell’esistenza di un Essere superiore e infinitamente buono. Tutt’altro.
Nel Libro di John Niven, l’Onnipotente è sicuramente un personaggio di buon cuore, ma è anche altrettanto incazzato nero. Chiariamo, non parlo del Dio vendicativo del Vecchio Testamento. Il Padreterno di Niven è molto più vicino al genitore che deve punire il figlio dopo una marachella…
In questo caso, l’insieme di marachelle sono costituite da guerre, odio razziale, discriminazioni, inquinamento e catastrofi ambientali.
Povero vecchio Padre! Soddisfatto del Rinascimento, aveva solo deciso di prendersi una pausa di una settimana; peccato che sulla terra sette giorni equivalgono a circa 4 secoli. Cosa fare se non inviare nuovamente Gesù sulla terra e dare una lezioncina a questi bricconcelli di esseri umani?
Il figlio, che si faceva beatamente gli affari suoi con Jimmy Hendrix, decide di acconsentire.
Mi fermo qui perché il libro va gustato in tutta la sua semplicità. I personaggi sono genuini, umanizzati fino all’estremo. Deboli e forti, ripercorrono le tappe del nuovo testamento come un bellissimo viaggio on the road.
Bellissimi i riferimenti alla cultura musicale dagli anni 70 e un velato ma chiarissimo tributo a Jack Kerouak. Questo libro ti avvicina ad una versione più comprensibile, sebbene ironica, di Dio, in cui non è difficile identificarsi.
Insomma, se si scoprisse che la vera versione della Bibbia è quella descritta da Niven, probabilmente ci sarebbe una conversione di massa.
Buona Lettura.
Anna Liguori