Pied-à-terre – quattordicesima parte.
Tratto da Psycho Zombie Horror Show vol. II
di Nicola Capocchia*
La batteria del cellulare aveva ricominciato a pulsare.
Avevo bisogno di un disperato aiuto dei fratelli Ballettieri. Afferrai il telefono portatile con foga, Nick risultava irraggiungibile, impegnato sicuramente in trip mentali senza vie di fuga, Matt invece era muto, indaffarato in via di figa. Quei due maledetti, li odiavo, insopportabili ignavi.
La mia fedina penale stava per imbrattarsi di fango e di cenere, fango e cenere, un mix da sabbie mobili.
Ma certo! Il numero dell’agenzia! Non lo ricordavo a memoria, scorsi la rubrica, nulla. Pigiai con violenza il tasto home del cellulare e navigai in internet, stavo affogando.
Agenzia “Solo andata”, ecco il numero, copia e incolla e via, sparai una chiamata di emergenza.
«Buongiorno questa è la segreteria telefonica dell’agenzia “Solo andata”, lasciate un messaggio…»
Avevo riconosciuto la voce di Matt, incredibilmente avevano sciupato il loro denaro per l’acquisto di un inutile aggeggio retró.
«Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico…»
«Pronto Matt sono Nicola, ho urgente bisogno di…»
Fui investito da una sonora pernacchia seguita da una disgustosa risata ammiccante.
«Piccioncino dimmi pure, il tuo numero è memorizzato in rubrica. A proposito, una certa Ada, capito chi? Quella del pied-à-terre. Ti cerca da giorni, sembra spazientita, le ho lasciato il tuo numero di cellulare, in caso dovesse chiavarti ops chiamarti».
Seguì una miserevole risata.
«Matt lasciamo perdere i convenevoli, ho bisogno che mi raggiungiate con urgenza al paese dei miei perché rischio il gabbione altroché pianterreno»
«Nicola hai messo le mani in qualche piccante marmellata? Mi dispiace comunicarti che non abbiamo l’auto, la Ds Break è ferma da giorni al carrozziere. Nicola abbiamo deciso di cambiare attività, sai stavamo navigando in cattive acque, l’IVA, le tasse, la gerontocrazia. A proposito sono arrivate alcune raccomandate dall’amministrazione comunale, le ho aperte, ebbene pare che da oggi debba chiamarti Dottor Capoccia, si parla di errori anagrafici, cambiamenti, drastici direi, carta d’identità, conto in banca, passaporto e INPS».
Pensai agli errori anagrafici, erano più anal che grafici e mi domandai che diavolo c’entrasse la gerontocrazia con un’agenzia di pompe funebri appena dismessa. Mi stavo innervosendo, quasi sbroccando, ero al limite della pazienza, quando alle mie spalle cominciai ad avvertire i lampeggianti blu di un’autovettura probabilmente della polizia. Non era di certo il 118, nonna stava benissimo. Era in cucina, accartocciata su una poltrona, urlava contro la tv e l’ennesimo politico che scimmiottava di diritti internazionali dell’uomo ed una femminista gli strillava contro “e della donna, e della donna” e nonna brandiva il bastone e si spolmonava come una forsennata “e della nonna e della nonna, maledetti bacucchi!”. Come darle torto d’altronde, la carta dei diritti fondamentali dell’uomo oramai a quasi 71 anni dalla sua adozione da parte delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, era diventata carta igienica di basso costo in mano ai nazionalismi più biechi e beceri.
Mi concentrai su Matt, gli spiegai velocemente il casino in cui mi ero cacciato, le mie ipotesi e le probabilità di cavarmela se fossero venuti in mio soccorso, e i lampeggianti blue si spensero, stavano per entrare, avrebbero sfondato la porta? Chiusi il telefono, ripromettendo a Matt di chiamarlo a breve, mi voltai verso la mia progenitrice, la guardai negli occhi, ero spaventato, temevo l’arresto, la baciai in fronte, le asciugai una lacrima sul viso, nonna ci guardò e disse: «Bobby Solo è morto ma la sua musica mi emoziona ancora».
Nonna mi intenerì, mi avvicinai, le strinsi le guance tra le mani, la dentiera cadde per terra, le schioccai un tumido bacio sulle labbra e mi disse:
«Puzzi di ferrovia, scappa altrimenti perdi il treno, ma tanto sono sempre in ritardo quei mentecatti!».
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*Nicola Capocchia è giornalista della Gazzetta del Popolo, redattore del magazine ilovezombie.it
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