Diapositiva 1.
Sardegna, 22 ore di traghetto e ci dispiaceva scendere, è stata una festa continua grazie a persone fantastiche conosciute sul ponte della nave, una festa ininterrotta senza chiudere occhio e, che dire… non si poteva iniziare meglio.
Diapositiva 2
In campeggio non ci sono piazzole fino a domani, così ci tocca dormire sulla ghiaia, il che non ci disturba affatto, siamo stremati e c’è una bella notte stellata, inizia l’avventura.
Diapositiva 3
2 ore di viaggio fino a Genova, 8 ore di attesa al porto, 22 ore di traghetto, 2 ore di pullman, 1 ora di macchina invece di fiaccarmi mi hanno rilassato, fluttuo in un mondo parallelo dove galleggiano i miei pensieri; così il sonno tarda a venire, un’altra notte insonne, un’altra perla da infilare nella collana delle mie notti in bianco.
Sento la vicinanza dello sciabordio del mare, da qui non si vede ma si fa sentire, una brezza soffia gentile e mi coccola, le fronde degli alberi sussurrano le loro storie e mi fanno sorridere.
Scorgo in lontananza luci mute che sembrano provenire da un altro pianeta, anche la radio si è spenta di fronte a questa pace ed il suo click mi è sembrato assordante.
Disteso su poca erba rada mi ritrovo, ancora una volta, a dovermi arrendere alla feroce natura che ti vuole tra le braccia di Morfeo solo perché è notte ma, appena chiudo gli occhi, la testa viene invasa da programmi per il futuro che arrivano in galoppo e, la voglia ed il bisogno di sfruttare il tempo, mi fanno percepire ogni suono come un dolce richiamo. È tutto perfetto.
Diapositiva 4
Sdraiato in tenda a pancia in giù con la testa che sbuca fuori dall’ingresso, giorno di confino per me, come al solito mi sono ustionato al sole (addormentarsi in spiaggia dopo una notte di bagordi, per uno con la mia pelle, non è mai una scelta troppo intelligente).
Un sacco di tende e tanti colori mescolati insieme, quanti suoni, poi, mi arrivano alle orecchie, rumori, voci, radio, televisori, simboli che rappresentano vite umane, vite diverse… mi piacerebbe sapere tutto, di ogni persona.
Stasera voglio tirare l’alba in spiaggia e godermi tutto il tempo quel cielo tempestato di stelle, tante quante non ne avevo mai viste, e quante stelle cadenti! Simbolo dei sogni per eccellenza. Una, in particolare, mi ha privilegiato del suo strascico in un cielo magico e surreale.
Diapositiva 5
Seduto al bar del campeggio, la musica mi allieta come tutte le persone che, come me, si godono l’atmosfera. Le ragazze sfilano anche da sedute e sono tutte meravigliose. Un’anima caritatevole, inconsapevolmente, ha messo sul juke-box una canzone che mi mette sempre di buon umore, “My Girl” dei Temptations, è il segnale che tutto va come deve andare, senza forzare, curioso di vedere cosa mi porta essere spontaneo, sincero, e prendere le cose così come arrivano.
Diapositiva 6
Chissà se mi aspettano altre notti come quella di ieri, una notte che ci ha caricato sul suo pazzo vagone, in un’atmosfera vitrea, dove vuoi conoscere tutti e non ti fermeresti mai e la musica ti invoglia a continuare, cerchi la musica che ti piace perché ne hai bisogno ed intanto parli con sconosciuti, si ride, si scherza, si fanno domande e … si balla.
È anche vero che, appena sveglio, ero lo spettro di me stesso, ma è bastato trascinarmi al bar della spiaggia per un cappuccino per ritrovarmi seduto ad un tavolino in compagnia dei miei alleati: la brezza festosa del mare, la musica che serpeggia perenne e qualche altro sconvolto che mi fa compagnia. Così mi guardo in giro con occhi rinnovati, puri, ingenui, pazzi e saggi contemporaneamente.
Diapositiva 7
Odio le persone che devono per forza trovarti una somiglianza con qualcuno, la loro mente ottusa li porta sempre a dover inquadrare le persone che hanno di fronte, limitarle ad uno schema preciso a loro consono, non riescono a considerare le persone come anime uniche, la loro mente limitata impazzirebbe di fronte alla libertà senza limiti, devono per forza catalogarti, così possono rimanere sereni nella loro mente limitata e magari criticarti e prenderti in giro. Mi dispiace per loro.
Diapositiva 8
Disteso sulla sabbia accolgo sulla pelle il più grande massaggiatore di tutti i tempi: il sole.
Qualcuno suona una chitarra ed il brusio delle persone gli fanno da accompagnamento, è bellissimo godersi il momento e non parlare con nessuno crogiolandomi nei miei pensieri e fondendomi in questa atmosfera, così, pian piano, anche il flusso dei pensieri rallenta, bastano dieci minuti passati in questo stato per valere dodici ore di sonno.
Diapositiva 9
Come spiegare questa sensazione? “il naufragar m’è dolce” diceva Leopardi, guardo questo mare spettacolare con le scogliere che si immergono, formando una grossa insenatura. L’isola di Carloforte si staglia all’orizzonte che ho di fronte e mi sembra una piccola fetta di mondo fatta per me, che ho la fortuna di ammirarla, mi sembra che tutti condividano questa sensazione perché incrociando gli sguardi altrui, vedo solo sorrisi che ci uniscono, consapevoli di condividere questa bellezza senza bisogno di parole. Nessuno grida, nessuno è fastidioso ma solo un affascinante canto delle onde, che si fonde ai sorrisi di chi si sente tuo complice.
Diapositiva 10
I portacenere traboccano, pare che quest’aria ed il mare stesso penetrino nel tabacco dandogli un sapore unico.
Portacenere pieni, simboli di vita vissuta, di serate pazze, frenetiche e devastanti. Simboli… la mia vita ne è piena; un anello sul pollice per gratitudine all’autostop a cui rendo omaggio. Ma quante collane e braccialetti ho perduto? Come se il destino volesse insegnarmi a relegare il passato nell’anticamera dei ricordi, salvandomi dal diventare un eterno nostalgico. Effettivamente, se uno ci pensa, è più importante ciò che ti porti dentro che quello che indossi.
Diapositiva 11
Notte pazza, fiumi d’alcool e senti la musica scorrere nelle vene, musica che ti guida e ti muove come un burattino sotto i fili del burattinaio, per trovarmi, puntualmente devastato, al risveglio. È già pomeriggio ma trascini le tue stanche membra da “reduce” a far colazione, cercando di rattopparti, ma dopo cappuccino e brioche, mi vedo recapitare una birra al tavolo offerta da non so chi.
Mi guardo intorno e “ ma porc…” è già iniziata la festa, tutti con in mano qualcosa da bere, donne e uomini, ragazzi e ragazze, bambini e bambine, è un’orgia di buon umore e tutte queste belle figliole che, come angeli odalischei si aggirano intorno, mi fanno impazzire d’amore, ma è giunto il momento, per me, di collassare un po’ in spiaggia, per godermi il sole che è ormai diventato come un fratello, con la porta sempre aperta, tutto continua ad andare perfettamente.
Diapositiva 12
Puntualmente è arrivata anche la notte, tragica e violenta, vite stroncate nel fiore degli anni ed in piena energia giovanile. La vista delle lamiere contorte in maniera irreale ti squassa dentro e la tristezza si fa largo tra tutte le altre sensazioni, ti coglie impreparato; la morte, la morte ti sconvolge e ti ricordi che è sempre lì presente, ti insegue ed è l’uomo nero che viene a rovinare i tuoi sogni di bambino, proprio quei sogni in cui fuggi appena puoi.
Meglio farsi trascinare dalla corrente della notte ed hai un motivo in più per goderti il presente, ora, più che mai, conosci l’incertezza del futuro, così la musica è più viva del solito e trovi una dolce anima in cui fonderti nel ballo con sinuosità che non conoscevi, la ami già e ami tutti e sei di nuovo fuori, fuori ed ogni volta ti sembra che così fuori non sei mai stato, pazzo di vita, pazzo d’amore, sei il principe della notte che ha per cavallo la vita pura e te ne accorgi quando, alla fine, ti ritrovi a guardare il mare che si sposa con la luce dell’alba, strizzi gli occhi guardando l’orizzonte ed i pensieri diventano spiriti trasparenti, leggeri, leggeri. È meditazione pura.
Diapositiva 13
Picchia! Picchia sole, amico mio! Devo fare scorta del tuo calore per la mia anima fragile.
La festa è finita in crescendo e la dolce anima bionda è sbocciata, una notte d’amore emozionante; son tornato il solito principe che apre in due la notte; l’ultima alba e un’altra esperienza da immagazzinare nell’archivio delle sensazioni; come al solito strizzo gli occhi e punto all’orizzonte. Il mare è sempre qui e ha fatto da colonna sonora e scenografica agli eventi che si sono susseguiti, alcuni paradisiaci, altri nefasti. Mi sento rinnovato.
Diapositiva 14
Tutti si stupiscono del nostro racconto, dicono “ma qui è tranquillo”, non capiscono che è il loro animo ad essere tranquillo, imprigionati in un cellophane opaco, da cui filtrano solo immagini sfocate e, invece, noi abbiamo la nozione del tempo e le immagini ci vengono incontro festose e sempre vivide.
Diapositiva 15
E così anche quest’avventura è finita, pensare che erano solo quindici giorni di licenza facendo la naia. Magari a qualcuno sembrerà strano, ho percorso l’ultima notte tra serenità e tanta malinconia, bighellonando tra le stradine di questo piccolo paese, abbracciato al mio piccolo angelo biondo; mi raccontava di sé ed io mi raccontavo a lei e, passo dopo passo, iniziavamo una relazione che, consapevoli, sarebbe finita col giungere dell’alba, così ci abbracciavamo sorridenti, ci baciavamo, tutti e due sapevamo che non ci saremmo rivisti. Così arrivò l’alba.
Diapositiva 16
L’ho salutata, col magone mi ha detto: “almeno una volta scrivi”, poi è corsa via, non voleva vedermi di spalle, mentre mi incamminavo per l’ennesimo “autostop”.
Diapositiva 17
Seduto su un marciapiede di Roma, aspetto il treno che mi riporterà in caserma, ma le diapositive cerebrali hanno già cominciato a girare il loro film, insieme alle canzoni che hanno fatto da colonna sonora a quest’esperienza. L’ho ammetto, sono malinconico, ma le immagini positive di quest’avventura che mi arrivano sono gioiose e, alla fine, mi fanno sorridere, felice.
APPENDICE
Avevo un ottimo rapporto con i miei compagni di camerata, eravamo venticinque ma, con alcuni, andavo più d’accordo ed erano appassionati di musica, cantavano e suonavano, in ogni caso, dopo essere rientrato in caserma, feci loro leggere questi miei farfugliamenti. Un anno dopo mi dissero: ”abbiamo una sorpresa per te”, cominciarono a cantare e riconobbi le parole di questo racconto.
IL PRINCIPE DELLA NOTTE
Capanno alle spalle
Luci ed ombre sul viso
Un fuoco acceso tra noi
Un’altra notte insonne
Un’altra perla che infilo
Nella collana
Delle mie notti in bianco
L’animo in viaggio
In un mondo parallelo
Dove galleggiano
Insieme a me
Tutti i miei pensieri
Rit. Sono della notte il principe
Per cavallo la vita
Corro aprendo la notte in due
Inseguendo un’alba
Amandola, come se fosse l’ultima
Questa è una sera
che come ogni sera
è la solita corsa selvaggia
Faccio autostop
Il pugno chiuso
Ed il pollice teso al cielo
Decorato da un anello che
Renda omaggio
Anche a quel viaggio
E di nuovo a bere
Per fare entrare la musica
Nelle vene
Vitale come i fili di un burattino
T’inseguo, ti cerco, ti voglio, ti amo, tu sei l’ultima alba.
Andrea Vavassori