Sarcophaga – Regia di Filippo Santaniello
La trama:
Il cortometraggio racconta l’incredibile storia d’amore tra una mosca e una bellissima ragazza di nome Rita, che contatta Claudio, un maniaco che ama catturare la paura negli occhi della sua vittima.
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Il cinema horror italiano si è assopito da tempo. I turbamenti della psiche di Lucio Fulci sono un lontano ricordo che, a volte, ci fanno ancora visita nei nostri incubi. Non nascondo di essermi approcciata alla visione di questo corto con molti preconcetti: sarà lento, recitato male, sarà ignorante…
Non è stato così, sebbene non ami moltissimo le scene legate al bondage e al sadismo, ma sia più legata al paranormale, questo corto ha trattato la categoria con eleganza e finezza. Il serial killer ti sta già antipatico dopo 5 minuti (e mi pare giusto, mica sono tutti come Dexter?); la vittima ti fa tenerezza nella sua “finta” superficialità di aspirante diva. Ho apprezzato quello che, forse, è stato un tributo a Dario Argento, nel momento in cui il coltello diventava protagonista. Non è finita: la fotografia e le inquadrature sono molto curate, l’utilizzo della musica è studiata per intensificare l’angoscia. E poi c’è la “moschina” innamorata, piccola e letale, nascosta e pronta all’attacco fino all’epilogo.
Sarcophaga (che poi è il nome scientifico della comune mosca carnaria) è un prodotto raffinato, veloce e intenso. Non annoia, dosa un’adeguata tensione e ti fa socchiudere gli occhi al momento giusto. Consigliato, meglio lontano dai pasti.
Anna Liguori