Negli ultimi anni stanno tornando di moda le antologie horror, e per me, classe 1979, si tratta di un vero e proprio tuffo nel passato. Qualche anno fa i film ad episodi spopolavano, e persino nomi grandi o grandissimi collaboravano per progetti più o meno riusciti. Poi, per molti anni, più nulla. Dobbiamo probabilmente ringraziare youtube e internet per il grande ritorno dei cortometraggi, oggi il pubblico ha la possibilità di godersi e giudicare centinaia e centinaia di filmati amatoriali a tema, e se il 99% di essi risulta una cazzata godibile forse solo dagli amici intimi del regista qualcuno ha modo di spiccare tra la massa, essere condiviso e guardato in tutto il mondo. I colleghi di Dread Central, uno dei siti internet horror più famosi nel mondo, hanno scelto alcuni tra i migliori filmati distribuiti autonomamente sulla rete, hanno costruito attorno a loro una semplice cornice e ne hanno tratto un’antologia che esamina l’invasione zombesca da molti punti di vista diversi. Il risultato è Zombieworld.
La cornice che racchiude il tutto racconta di un anchorman di una tv americana che rimane in onda nonostante l’apocalisse zombie trasmettendo filmati provenienti da tutto il mondo e… da ogni epoca. Piuttosto banale, anche come realizzazione, con effetti speciali che più artigianali non si può. Ma è evidente che il vero motivo d’interesse dell’antologia è sicuramente identificabile nei vari corti… quindi fanculo la cornice e andiamo a valutarli uno per uno!
Dark times è la fuga in prospettiva di un gruppo di persone proprio mentre gli zombie si stanno risvegliando dopo un incidente in una centrale nucleare. Di sicuro adrenalinico, ma l’originalità è pari a zero e al di là di qualche effetto gore non vengono messe in mostra idee particolari.
How to survive a zombie apocalypse prova ad usare l’umorismo ispirandosi evidentemente a Zombieland, proponendoci in più puntate delle istruzioni dell’uso su come sopravvivere ai morti viventi. Tecnicamente non è male, ma la recitazione ed il trucco sono davvero amatoriali e l’idea è fin troppo evidentemente derivativa. Non un grande inizio…
Fist of Jesus è il corto più famoso del gruppo ed anche il migliore. Si racconta della resurrezione di Lazzaro da parte di un Gesù ancora inesperto che da così il via all’apocalisse zombie, per poi combatterla a colpi di pesciate. Divertentissimo, ricco di scene di cattivo gusto e stracolmo di gore. Si nota l’amatorialità e anche qualche anno di più rispetto agli altri episodi, ma il risultato è ottimo!
I am lonely è un corto irlandese in cui un sopravvissuto, forse l’ultimo sulla terra, deve fare i conti con la morte (e resurrezione) del suo migliore amico. Un monologo a tratti intelligente, ma che non riesce a mantenere alto l’interesse dello spettatore anche se la durata è piuttosto breve…
Dead Stop è dal punto di vista tecnico e della realizzazione uno dei corti migliori. Qui l’inizio dell’apocalisse viene ripreso attraverso le telecamere di sicurezza di un distributore e quella montata su una auto della polizia. Ben fatto, anche se breve…
Altrettanto breve ed efficace è Home, corto australiano del 2010 in cui una donna si batte per sopravvivere cercando allo stesso tempo di prendere una decisione sulla sorte del suo compagno divenuto zombie. Episodio semplice ma ricco di atmosfera…
Dead Rush è forse il corto più adrenalinico e ricco di gore del lotto. Un gruppo di ragazzi deve sopperire con l’intelligenza alla schiacciante superiorità numerica dei morti viventi. La realizzazione è ottima, ma alla fine la sensazione è che si tratti più di un videogame che di un vero e proprio cortometraggio…
Con Teleportal entriamo proprio in un videogioco, un ragazzo viene risucchiato dallo schermo del videogioco a cui sta giocando ed è costretto a lottare davvero per la propria vita. Divertente…
Certified parla di un postino che deve consegnare una lettera ad una famiglia proprio mentre il padrone di casa sta rientrando. Si punta sulla suspance e sulla suggestione, ma il corto non riesce a decollare come potrebbe…
Concludiamo con Brutal Relax, dagli stessi autori di Fist of Jesus. Anche qui la dose di gore è notevole così come il divertimento dello spettatore, coinvolto da una semplice storia di invasione di zombie acquatici in una località di villeggiatura…
Il tentativo di costruire una cornice unitaria di Zombieworld può definirsi fallito… le parti con l’anchorman che si difende dagli zombie e pian piano diventa uno di loro sono piuttosto semplici e male eseguite, ed anche ad un occhio inesperto è chiaro come i vari corti abbiano poco o nulla in comune tra di loro. Forse gli amici di Dread Central avrebbero fatto meglio a presentare l’antologia di corti zombie così come sono, senza inventarsi improbabili collegamenti. La qualità media è piuttosto altalenante, se Fist of Jesus, Home, Brutal Relax e Dead Stop sono interessanti e coinvolgenti lo stesso non si può dire per altri corti come Dark Times o How to survive a zombie apocalypse. L’antologia nel suo complesso ha comunque dei motivi d’interesse, ma… forse l’appassionato avrà maggior soddisfazione cercando i migliori episodi direttamente su youtube. Speriamo in una seconda raccolta di qualità migliore, magari con materiale originale!
Michele Borgogni